Ricorso inammissibile sulla richiesta di dissequestro beni per 3 familiari di Gennaro Ferrara, finito nel mirino dell’Antimafia per estorsione e usura a luglio dello scorso anno. I sigilli al patrimonio erano stati disposti sul presupposto del fumus nell’attribuzione fittizia, da parte di Gennaro Ferrara, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali, alla figlia a cui erano intestate quote di alcune società e negozi. Contro l’ ordinanza del Tribunale di Salerno, la giovane aveva proposto ricorso per Cassazione. Scrivono gli ermellini con motivazioni rese note ieri: “il Riesame ha anzitutto valutato come le capacità economiche dei familiari, una priva del tutto priva di redditi, fossero (assolutamente) insufficienti per la costituzione e la gestione delle società e come le risorse per le dette costituzione e gestione fossero da ricondurre a Gennaro Ferrara, in particolare, all’abusiva attività finanziaria da questi svolta”. Il Tribunale del Riesame ha poi valutato come “Gennaro Ferrara potesse fondatamente presumere l’avvio, nei propri confronti, di un procedimento per l’applicazione di misure di prevenzione patrimoniali – e avesse perciò la necessità di non fare apparire la propria titolarità delle due società, attribuendole a dei familiari prestanome – evidenziando, al riguardo, come lo stesso Ferrara fosse stato condannato per associazione di tipo mafioso e senz’altro a conoscenza dei meccanismi propri delle misure di prevenzione in quanto sovente applicate ai responsabili di tale delitto, e come egli, che non risultava svolgere alcuna attività lavorativa lecita, vivesse abitualmente del provento di illeciti, in particolare, dei proventi del delitto di abusiva attività finanziaria”. Il Tribunale di Salerno ha inoltre valutato la consapevolezza della figlia di “Gennaro Ferrara di eludere le disposizioni di legge in materia di prevenzione patrimoniale, anche alla luce del fatto che la stessa aveva collaborato col padre nell’abusiva attività finanziaria da lui svolta, riscuotendo alcune rate di restituzione dei finanziamenti concessi”. Per questo motivo il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione. Gennaro Ferrara, lo ricordiamo, era finito agli arresti con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso, usura, intestazione fittizia di beni, attività di erogazione di finanziamenti in assenza di autorizzazione e trasferimento fraudolento di valori.
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