Il Sud necessita di interventi strutturali, ad ampio respiro, che cambino a fondo le cose. Giornata tutta salernitana quella di ieri per Giuliano Poletti, ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali che nel pomeriggio, presso il convento dei Cappuccini di piazza San Francesco, ha incontrato diverse espressioni del volontariato di base, accompagnato dal direttore dell’organizzazione sociale di volontariato “Il Gabbiano”, Gianpiero Foglia. Fondamentale per l’incontro il coordinamento di Luigi Bernabò che, partendo dalla sua esperienza di consigliere comunale e di vicepresidente della Commissione Politiche Sociali, ha sottolineato gli straordinari sforzi finanziari ed organizzativi compiuti dal Comune di Salerno e dall’assessorato alle politiche sociali. «Qui – ha affermato Poletti commentando i drammatici dati sul Mezzogiorno contenuti nel rapporto Svimez – non c’è bisogno di far finta di fare cose. Qui c’è bisogno di interventi strutturali, che durino nel tempo e che cambino davvero le cose. E’ anche vero che il Sud non è tutto uguale: ho visto elementi di grande problematicità ma anche cose molto belle. Bisogna, dunque, lavorare su questo e c’è bisogno di collaborazione tra Stato centrale e istituzioni locali, perché solo con questa si può lavorare bene e gestire le risorse. Il potenziale c’è e ce l’ha anche il Sud, basti pensare al turismo, alla cultura ma anche alle realtà industriali. Bisogna avere la costanza di costruire un disegno e lavorare tutti i giorni per fare qualche centimetro in avanti». Di «leale e profonda volontà di collaborazione» ha parlato il ministro Poletti in merito al rapporto con la Regione Campania ed il suo neo governatore Vincenzo De Luca, sottolineando come uno dei temi particolarmente dibattuti sia stato quello del lavoro. Tante realtà a confronto, quindi, in un luogo intimo, scelto non a caso: «Sappiamo – ha spiegato Bernabò – che il ministro Poletti predilige la semplicità e l’essenzialità. Abbiamo perciò pensato ad un momento di confronto diretto, da vivere in un clima quanto più possibile informale». Quello di piazza San Francesco, infatti, è il “convento-madre” dei Cappuccini di Salerno-Basilicata, una realtà che ha saputo offrire, ancora una volta, un’autentica lezione di solidarietà e di impegno sociale. Sin dalle prime battute, infatti, è apparsa chiara la volontà del ministro di portare avanti un intervento di lungo respiro, che cambi a fondo le cose: «In Italia – spiega Poletti – spesso si usa dire “non partiamo, perché abbiamo bisogno di tempo”, ma dicendo così ogni volta non partiamo mai e non arriviamo mai. È tempo, invece, di unire le forze e di costruire un disegno avanzando di un centimetro alla volta, di porsi un obiettivo e di lottare a sconfitta della povertà ed a favore dell’integrazione sociale». Nella maggioranza dei casi, infatti, il problema sociale è figlio proprio del problema del lavoro. La gravissima crisi economica di questi anni, non a caso, ha aumentato le disuguaglianze economiche e sociali, marcando ancora ulteriormente il divario tra nord e sud. Da qui, dunque, la volontà del consigliere comunale Bernabò di un confronto diretto, per richiamare l’attenzione sulle difficoltà di molte amministrazioni locali nel continuare a garantire alle fasce deboli della popolazione livelli adeguati di protezione sociale. Durante l’incontro c’è stata, infatti, la consegna di una lettera al ministro da parte di Bernabò, nella quale ha chiesto di istituire un tavolo permanente di confronto con tutte le amministrazioni locali interessate per assegnare risorse adeguate al Fondo nazionale delle politiche sociali che, negli ultimi anni, è stato sostanzialmente azzerato e garantire, così, le prestazioni sociali a favore dei soggetti più deboli e colpiti dalla crisi. È stata avanzata, inoltre, la proposta di aggiornare la legge Quadro 328/2000 sull’integrazione sociale, attraverso il più largo coinvolgimento del Governo, del Parlamento e di tutti i soggetti protagonisti del welfare locale, per rispondere efficacemente ai cambiamenti determinati dalla globalizzazione ed ai nuovi bisogni di protezione e coesione sociale. Il ministro si è mostrato più che disposto ad una proficua collaborazione, precisando però che la responsabilità di un’effettiva ripresa non dipende esclusivamente dalle istituzioni: «Io penso – afferma Poletti – che libertà e responsabilità vadano di pari passo; se non c’è l’una non ci può essere l’altra. Bisogna avere, dunque, l’onestà intellettuale di dire che ognuno può fare la sua parte e i cittadini non devono starsene seduti a guardare». Durante l’incontro, alcuni rappresentanti delle associazioni hanno avuto modo di esporre le proprie problematiche al ministro, chiedendo un suo intervento diretto quanto più tempestivo possibile. Tutti concordi sul paradosso del volontariato, che richiede ingenti risorse materiali, ma che non riceve alcun tipo di agevolazioni. Anche qui la volontà di Poletti di porre presto dei rimedi, consapevole del fatto che un Paese ha bisogno di questo tipo di realtà. Dalila Pergamo
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