Il mestiere di docente, tra pro e contro in una scuola che cambia - Le Cronache
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Il mestiere di docente, tra pro e contro in una scuola che cambia

Il mestiere di docente, tra pro e contro in una scuola che cambia

di Francesca Della Calce

Marisa Somma, è una docente di Salerno, da un paio insegna in una scuola secondaria di primo grado alla periferia della città. Ma la sua carrierà è iniziata nel 2000. Ed in 22 anni anche Marisa, come tutti gli insegnanti, ha avuto tanti alunni ed ha visto tanti cambiamenti nella scuola italiana. Docente di italiano, storia e geogragia Marisa, ripercorre la sua carriera dall’inizio fino ad oggi, dando anche qualche piccolo, personale consiglio a coloro che un domani sognano di diventare docente… “Ad inizio della mia carriera, mi è capitato di dover alloggiare molto lontano da casa. In particolare un anno fui trasferita a Piacenza. In 22 anni di carriera non ho sempre avuto la fortuna di insegnare a Salerno, ma dopo tanti anni di gavetta finalmente ora sono a Salerno, in una scuola a 5 minuti da casa” Ricorda qualcosa del suo primo giorno da insegnante? Vorrebbe raccontarmelo? “Se devo essere sincera non ricordo tutto perfettamente, proprio perché da qual giorno sono ormai passati più di venti anni. Devo dire che di quel giorno lontano ricordo molto bene l’ansia, anche perché mi capitò di dover lavorare come prima volta, in una pluriclasse, che come prima esperienza mi comportò notevoli difficoltà”. Ripensando a tutto il suo percorso, qual è la sfida più grande che ha affrontato? “Certamente lavorare con alunni stranieri e disabili, i quali necessitano certamente di attenzioni e sforzi maggiori da parte del docente. Inoltre, fu complesso e faticoso anche risolvere i numerosi problemi di bullismo presenti tra i ragazzi”. Ed invece, per quanto riguarda il suo percorso formativo, quali studi ha intrapreso per diventare insegnante? “Partendo dalle scuole superiori studiai al liceo linguistico, e dopo il diploma mi iscrissi alla facoltà universitaria di Lettere Moderne; infine, dopo la laurea magistrale presi l’abilitazione all’insegnamento con la SICSI”. Nel suddetto percorso è stato ha anche intrapreso sfide ardue? “Certamente! Come tutti i percorsi lavorativi, ci sono state e continuano ad esserci abbastanza difficoltà, che però vanno affrontate con impegno e determinazione, considerando che si tratta di un lavoro che richiede soprattutto empatia”. Secondo lei quali sono i pro ed i contro del suo lavoro? “Come pro, sicuramente essere a contatto quotidianamente con i ragazzi, dunque far un po’ parte della loro realtà, diventando spesso piccoli come loro e, dunque apprendere gli uni dagli altri, attraverso un confronto positivo. Non ci sono reali contro ma, avendo rapporti con l’ umano, si è spesso assaliti da dubbi, incertezze e perplessità che spesso conducono a fare scelte che non sempre potrebbero essere giuste, e dunque c’è il continuo timore di poter ferire i ragazzi”. Si è mai pentita della sua scelta lavorativa? Se sì, quando e perché? “Affermo che è sempre stato il lavoro che sognavo di fare fin da quando ero piccola. Come ho già detto sicuramente le difficoltà ci sono state e continueranno ad esserci, ma esse non determinano rimpianti.” Com’è il rapporto con i suoi alunni, e quali competenze deve, secondo lei, possedere un insegnate per far in modo che il rapporto sia sempre positivo? “Il mio rapporto con gli alunni è sempre stato ottimo, soprattutto perché tra le componenti della professionalità docente, non ho fatto mai mancare il calore umano,la capacità di non far sentire gli alunni inopportuni, l’ascolto attivo e la capacità di capire le loro difficoltà a livello umano e didattico. Tali competenze penso siano davvero importanti in un insegnate perché permettono agli alunni di studiare in modo leggero e spensierato, studiando non per obbligo, ma per una propria crescita, didattica ed umana”. A proposito degli alunni, in che modo avviene una sua valutazione scolastica? “Prendendo in considerazione l’impegno, gli interventi, la costanza e la partecipazione durante le varie lezioni, dunque non facendo riferimento solamente alla singola verifica o interrogazione”. Ed invece il rapporto tra colleghi e tra docente e dirigente scolastico, è sempre positivo? “Abbastanza, soprattutto se i due rapporti sono basati sul confronto e sulla collaborazione”. Infine, che consigli darebbe ad un suo alunno che vorrebbe intraprendere il suo stesso percorso formativo? “Sicuramente di avere tanta costanza e determinazione , di non demoralizzarsi e di non arrendersi davanti ai problemi , perché solo in questo modo si possono raggiungere alte vette e realizzare i propri sogni e obiettivi”.