Questa sera, alle ore 20, nella Chiesa di Santa Apollonia, il Festival di Musica da Camera, promosso dal Conservatorio Statale di Musica “G.Martucci” e dalla Bottega San Lazzaro, propone musiche degli ensemble di fiati
Di Olga Chieffi
Oggi, alle ore 20, ottavo appuntamento della III edizione del Festival di Musica da Camera Sant’Apollonia. Un evento, nato dalla sinergia del Conservatorio di Musica “G.Martucci” di Salerno, con un progetto del Dipartimento di Musica d’Insieme, presieduto da Francesca Taviani, da un’idea di Anna Bellagamba con Chiara Natella e la sua Bottega San Lazzaro. Il palcoscenico della chiesa di Santa Apollonia ospiterà in prima serata un ensemble di dieci clarinetti, di vario taglio, composto da Martina Aprea, Fiorenza Amodio Pascariello, Alfonso D’Antuono, Dario Ferrigno, Marta Imparato, Fabrizio Fornataro, Fausto Cerrone, Giampiero Fortunato e Andrea Benisatto, diretto dal loro docente Antonio Fraioli. Gli strumentisti proporranno due brani, inaugurando la performance con un Divertimento di Remigio Coco, che vive della forza ed energia della scrittura immaginifica che riesce a liberare, sollecitando le capacità tanto manuali quanto intellettuali ed emozionali degli esecutori, attraverso la ricerca sulle risorse timbriche dello strumento e sulle risonanze, che creano paesaggi sonori in cui si proietta la pienezza del mondo interiore del compositore. Si proseguirà con una trascrizione dello stesso Antonio Fraioli del Konzertstuck op.114 n°2 per clarinetto, corno di bassetto e pianoforte di Felix Mendelssohn-Bartholdy, datato 1832, destinato al celebre clarinettista Heinrich Barmann a suo figlio Karl cornista. Il lavoro è articolato in tre movimenti ma ne ascolteremo solo l’ultimo, l’Allegretto Grazioso, che, sulle tracce di Weber, in una impostazione dialogica efficacemente sviluppata, offre ampi squarci virtuosistici, tali da far brillare l’abilità esecutiva dei due solisti. Spazio ai sassofoni con il quartetto composto da Nico Chirichella e Lucio Fauceglia al sax alto, Arianna Riviello al tenore e Simone Loffredo al baritono. Il loro cameo sarà inaugurato da “In the green and red season” di Takuya Shigeta, una pagina composta appena tre anni or sono, di intenzione romantica dalla fresca e pregnante invenzione. Strumento principe del jazz, con questo genere il sassofono ha raggiunto la su più reale fisionomia espressiva e altamente tecnica, oltre che il volto individuale relativo a ciascuno dei tagli dello strumento. Lennie Niehaus in “Cleanin’ up” e Paul Nagle con “Three shades of blues”, strizzano l’occhio al jazz, in cui il sax ottiene il massimo allineamento possibile tra tecnica ed emozioni, in un modo non dissimile a tanta composizione classica, alla ricerca spasmodica di un flusso emotivo, in questo caso leggiadro e quasi sorridente. Gran finale con un omaggio all’ opera e al genio di Gaetano Donizetti con una Fantasia su “La fille du regiment”, arrangiata da Alessandra Peroni e affidata al flauto di Cristian Suàrez Guerra, ai clarinetti di Amodio Pascariello e Andrea Benisatto, alla tromba di Angela Landi, con l’aggiunta dei sax di Nico Chrichella, Arianna Riviello e Simone Loffredo, diretti da Antonio Fraioli. Nella Fille du régiment Donizetti riuscì ad andare incontro al gusto teatrale francese in modo geniale, coniugando perfettamente l’elemento decorativo con le atmosfere di ambienti sociali diversi: da una rappresentazione militare con banda – che comprende strumenti quali i clairons (trombe tipiche delle bande francesi dell’Ottocento), l’ottavino e la cosiddetta mezzaluna (strumento a scotimento d’origine turca) – ad una scena bucolica con sonorità pastorali, alla parodia della mobilità di campagna, con la sua musica arcaica.