di Erika Noschese
«Provvedere a reintegrare i fondi con un fabbisogno che tenga presente delle esigenze dei cittadini». E’ questa la proposta del presidente di Federlab, Gennaro Lamberti, in merito al blocco delle riabilitazioni in quasi tutti i centri convenzionati, sospese a centinaia di salernitani, per la maggior parte bambini.
Presidente, blocco delle convenzioni e riabilitazioni sospese…
«Il problema è sempre lo stesso, in assenza di una reale programmazione ci si ritrova sempre a dover rincorrere l’emergenza. Fino a quando si tratta di prestazioni che possono essere rinviate, anche se inaccettabile, è comunque una situazione nella quale si possono trovare spiragli di soluzione ma quando viene a mancare la possibilità di fornire prestazioni riabilitative che sono sostanzialmente salva vita diventa una questione che va a ledere il diritto costituzionale del diritto alla salute».
La Campania è uscita dal commissariamento ma la situazione non sembra migliorare…
«Questo non c’entra niente. Che la Campania, in maniera formale, sia uscita dal commissariamento è un dato di fatto ma che per i prossimi 3 anni non si possa agire sui tetti di spesa, perché siamo in piano di rientro, è un dato che non viene sottolineato. La Regione ci dica in che modo intende far fronte alle emergenze di sanità e dica – se è uscita dal commissariamento – se ha la possibilità di incrementare i fondi. La Regione Campania risponda a questa domanda estremamente semplice: se è così perché non lo fa?».
Secondo Federlab la Regione cosa non ha fatto, in questo senso, e cosa invece dovrebbe fare?
«Indipendentemente da ciò che non ha fatto, come la mancata programmazione, i tentativi di andare a ridurre quelli che sono i costi senza rendersi conto che si riduce la possibilità di sanità delle persone ma non i costi delle prestazioni. La cosa che deve fare in questo momento è provvedere a reintegrare quelli che sono i fondi, facendo prima di tutto un fabbisogno che tenga presente, esattamente, delle esigenze della popolazione e se viene fatto correttamente – stiamo aspettando venga inalato il documento, già in ritardo di diversi mesi – deve anche appostare le risorse necessarie ad eseguire tutte le prestazioni ma se fra un anno ci ritroveremo nelle medesime condizioni vorrà dire che il fabbisogno è stato fatto male, volutamente e sottostimato».
In questo senso cosa dovrebbero fare le famiglie? Nell’agro nocerino sarnese sono centinaia i bambini senza riabilitazione, soprattutto quando non hanno la possibilità di fronteggiare cure private…
«Le famiglie sono le vittime di questa situazione. In questo caso, andiamo anche oltre il bisogno di sanità, diventa un problema sociale e quando il problema assume queste connotazioni, se la Regione non ha i fondi per poter supportare questo tipo di prestazioni sanitarie deve integrare con i fondi sociali».
Solo pochi giorni fa Striscia la Notizia ha denunciato quanto accade al reparto di oncologia del Ruggi…
«Noi diciamo esattamente la stessa cosa ma quando lo facciamo noi diventano lettera morta. Per due giorni, quando la televisione va e fa vedere lo scempio che noi descriviamo quotidianamente, allora andiamo sulle pagine dei giornali ma fra tre giorni nessuno se ne ricorderà. Questo dovrebbero fare le associazioni dei cittadini e le associazioni per i diritti del malato con le quali noi cerchiamo di avere un’interlocuzione, per far rendere conto agli enti preposti che non è un problema che riguarda gli erogatori bensì tutti i pazienti, gente che sta male».
In questo senso chi dovrebbe fare qualcosa?
«Il tribunale per i diritti del malato, Cittadinanzattiva e questi enti che raggruppano i cittadini per portare avanti i loro diritti hanno la funzione meritoria di sollevare il problema insieme a noi: noi possiamo farlo dal punto di vista tecnico loro da quello sociale. Unendo le forze possiamo fare in modo che la questione possa ricevere l’eco che gli è dovuta ma il problema è sempre lo stesso: se il decisore politico non trova le soluzioni e le risorse per far fronte a questo tipo di problematica, le nostri voci restano lettera morta. Non c’è niente da fare: ci vogliono i soldi, va finanziata la sanità».