di Erika Noschese
«Ad oggi nessun provvedimento è stato preso, anzi continuano a prenderci in giro». Ancora nulla da fare per Valentina e Laura Leone, le sorelle di 28 e 32 anni costrette, entrambe, a vivere nella casa della madre in via Alfredo Capone nonostante entrambe abbiano un figlio con seri problemi di salute. Il bimbo di Valentina, infatti, soffre di epilessia, ragion per cui il medico che tiene sotto cura il bambino ha consigliato alla madre di trovare un’abitazione idonea al bambino mentre il figlio di Laura è autistico e necessita di una casa adeguata. Dopo l’appello lanciato, attraverso queste colonne, ad amministrazione comunale, ufficio case e assistenti sociali qualcosa sembrava muoversi ma nei giorni scorsi l’ennesima delusione: nonostante vari appuntamenti concessi dall’assistente sociale nessuno si sarebbe presentato e ascoltato le richieste delle sorelle Leone. «Preferiscono murare le case piuttosto che darle a chi ne ha veramente bisogno – attaccano Valentina e Laura – Se potevamo farlo non chiedevamo aiuto a nessuno ma non ce la facciamo più a stare in questa situazione e non sappiamo più a chi rivolgerci». Inoltre, sembra che in zone come Fratte, Matierno e Sant’Eustachio numerose sarebbero le case popolari occupate abusivamente «anche con l’aiuto dei servizi sociali mentre noi continuiamo ad essere prese in giro dagli enti competenti – hanno poi detto le due donne – Anche noi abbiamo il diritto di avere una casa, i nostri figli non stanno bene. Non abbiamo bisogno di minacce da parte degli assistenti sociali, vogliamo solo un tetto». Va infatti ricordato che attualmente Valentina e Laura sono costrette a vivere a casa della madre: in totale sono 11 persone in un’abitazione di soli 55 metri quadrati. Stando a quanto riferiscono le sorelle Leone, inoltre, «in via Alfredo Capone hanno assegnato le case a chi già aveva un’abitazione, senza restituire le chiavi delle case lasciate». Come se non bastasse, nella zona diverse sarebbero le abitazioni murate, impedendo a chi ne ha davvero bisogno di poterci vivere.