Il consuntivo 2022 è falsato: il collegio dei Revisori certifica varie irregolarità - Le Cronache
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Il consuntivo 2022 è falsato: il collegio dei Revisori certifica varie irregolarità

Il consuntivo 2022 è falsato: il collegio dei Revisori certifica varie irregolarità

di Erika Noschese
Irregolare il bilancio consuntivo dell’esercizio 2022 approvato in consiglio comunale lo scorso 30 maggio 2023. È, in sintesi, quanto emerge dalla relazione del collegio dei Revisori dei Conti, composto da Franca D’Addieco, Rosario Del Giuduce ed Ernesto Perone dopo la denuncia del capogruppo di Forza Italia Roberto Celano circa le presunte irregolarità relative ai residui attivi per 6.283.000,00 euro (asta pubblica) e i 10.290.328,03 euro per l’esproprio relativo alla realizzazione del nuovo ospedale, lidi e l’autorimessa dei F.lli Mattia. Dopo un colloqui con la dirigente Del Pozzo, il collegio ha richiesto delucidazioni e documenti ai settori competenti, ossia Patrimonio, Lavori Pubblici e Mobilità. Dunque, dalla relazione dei revisori emerge che effettivamente il bilancio presenta delle irregolarità soprattutto per quanto riguarda l’autorimessa e via Rafastia. Nello specifico, andando per ordine: per quanto riguarda il residuo attivo iscritto per 10.290.328,03 euro relativi all’esproprio per il nuovo Ruggi “deriva dal disposto della delibera del consiglio comunale del 24 novembre 2021, immediatamente esecutiva, con la quale si apponeva il vincolo preordinato all’esproprio alle aree interessate dall’intervento di realizzazione del nuovo complesso ospedaliero Ruggi d’Aragona – si legge nel chiarimento dei Revisori – Mancavano, al fine del perfezionamento della procedura, la delibera di giunta regionale di determinazione delle indennità di esproprio che è stata adottata con decreto dirigenziale Regione Campania del 9 giugno 2023 in euro 7.082.565,64 e accettata dal Comune con delibera di giunta del 26 giugno 2023”. Il collegio evidenzia però che, alla luce di quanto specificato, non era possibile iscrivere alcun residuo attivo “tuttavia l’iscrizione del detto residuo attivo al 31 dicembre 2022 deve ritenersi sanata all’atto dell’azione del decreto dirigenziale e dell’accettazione da parte della giunta comunale di Salerno”, chiariscono i revisori. Più complessa la questione per quanto riguarda l’autorimessa di via F.lli De Mattia: si registra un residuo attivo pari a 3.474.475,75 euro ma – stando alla relazione dei revisori – “l’atto notarile per la realizzazione dell’autorimessa di via F.lli De Mattia redatto in data 16/12/21 è sottoposto a condizioni sospensive i cui effetti giuridici si produrranno solo al verificarsi degli eventi ivi presenti che non risultano avverati né al 31 dicembre 2022 né a tutt’oggi” dunque non era possibile iscrivere l’importo tra i residui attivi. Medesima situazione anche per il residuo attivo relativo all’alienazione ex Procura di via Rafastia pari a 6.283.000,00 euro in quanto l’asta si è tenuta regolarmente ma “per varie vicende burocratiche relative soprattutto a vincoli della Soprintendenza non è stato possibile procedere alla stipula dell’atto notarile di vendita a favore della Rcs Immobiliare Srl, aggiudicataria. La Rcs dovrà recarsi dal notaio il prossimo 19 luglio ma, in ogni caso, non essendo stato stipulato il rogito notarile non era possibile iscrivere il residuo attivo di 6.283.000,00 euro. Il collegio invita dunque alla rettifica delle scritture contabili. E proprio alla luce di quanto emerso il consigliere Celano ha scritto alla Corte dei Conti di Napoli, al Mef, Al Signor Sindaco Napoli, all’assessore al Bilancio Paola Adinolfi e al direttore del Settore Ragioneria Raffaele Lupacchini evidenziando proprio l’illegittimo accertamento di entrate da alienazioni dei beni e conseguente erroneo riaccertamento dei residui attivi per svariati milioni di euro, in violazione al principio contabile 3.13. “Appare del tutto evidente che le risultanze del conto consuntivo risultano false, in quanto alterate dall’illegittimo accertamento di entrate e, dunque, dall’irregolare riaccertamento dei residui attivi per un importo verificato di €. 16.573.328,03. Da anni, ormai, le casse comunali vengono gestite in maniera allegra e si procede alla “falsificazione” dei rendiconti di gestione, gonfiando le entrate al fine, presumibilmente, di continuare a foraggiare sprechi e spese improduttive e di occultare della reale situazione di difficoltà dell’Ente anche al fine di evitare il dissesto. Si evidenzia, altresì, che il “falso” risultato scaturito dall’approvazione del rendiconto di amministrazione per il 2022, gonfiato da residui attivi illegittimamente riaccertati per €. 16.573.328,03, ha consentito, come si evince dal testo della delibera di C.C. n. 18 del 30/05/2023 di approvazione del conto consuntivo, di rispettare l’accordo di riequilibrio sottoscritto con la Presidenza del Consiglio ai sensi dell’art. 43 del D.L. 50/2022, ripianando nell’anno 2022 una quota di disavanzo risultato dal rendiconto 2021 pari a €. 7. 615.387,5 – ha scritto Celano – Appare lapalissiano che il suddetto accordo di riequilibrio, se solo si considerasse la illegittima iscrizione dei residui attivi, non solo non risulterebbe rispettato ma, addirittura, sarebbe appensantito da “ulteriore disavanzo”. Celano proprio ai revisori ha chiarito che per quanto concerne il residuo attivo per euro 10290328,03, relativo all’esproprio dell’ospedale ed inerente entrate illegittimamente accertate già nel conto consuntivo del 2021, “ritengo che la procedura di esproprio e, dunque, il passaggio di proprietà del bene patrimoniale in questione, non si perfezioni in alcun modo con la richiamata delibera di Giunta regionale di determinazione delle indennità di esproprio, poi adottate con decreto Dirigenziale Regione Campania, fissata in euro 7.082.565,64 ( e, in ogni caso non in 10.290.328,03 importo del residuo riaccertato). La somma in questione, dunque, non solo non poteva iscriversi tra i residui attivi ai sensi del principio contabile dell’allegato 472 del Dlgs. 118/2011 in sede di approvazione di conto consuntivo come da voi ben rilevato, ma l’iscrizione del residuo in questione non può neppure allo stato ritenersi sanato”. Il forzista, in risposta al collegio dei revisori ha poi chiarito che “l’atto conclusivo della procedura espropriativa è chiaramente il decreto di esproprio (e non quello dirigenziale di fissazione dell’indennità). E’, infatti, il decreto di esproprio che determina il trasferimento del diritto di proprietà in favore dell’Ente espropriante. Il decreto di fissazione dell’indennità di esproprio e la sua accettazione rappresentano, dunque, unicamente atti propedeutici all’emanazione del decreto di esproprio che, allo stato, ancora non esiste.
L’emanazione del decreto di esproprio, provvedimento che comporta con la sua esecuzione l’effetto traslativo della proprietà nei termini e secondo le modalità di cui agli articoli 23 e 24, può, tra l’altro, conseguire sia al pagamento che al deposito dell’indennità di espropriazione. L’Amministrazione, dunque, procederà alla stipula di atto di cessione ed anche per tali beni l’entrata è pertanto accertabile solo a seguito di rogito, nel rispetto dei principi contabili da voi richiamati”. Da qui dunque la richiesta di verificare le considerazioni e le perplessità espresse in merito al fatto che, l’iscrizione del residuo relativo all’esproprio dei terreni per la realizzazione del nuovo ospedale per E. 10.290.328,03, non possa in ogni caso ritenersi sanato neppure per l’importo di euro 7.082.565,64 determinato con l’atto di adozione del decreto dirigenziale, necessitando il rogito, come da opzione dell’Amministrazione deliberata nella richiamata delibera n.222/2023. Tra le altre richieste avanzate quella di render noto quanto accertato la Corte dei Conti (che può procedere alla rettifica del rendiconto) e la Presidenza del Consiglio con cui si è sottoscritto l’accordo di riequilibrio nei fatti non rispettato.