di Andrea Pellegrino Il provvedimento del presidente del Consiglio dei Ministri inibisce non solo l’esercizio dei poteri da parte del presidente ma impedisce anche l’insediamento del Consiglio Regionale e la nomina degli organi di Presidenza del Consiglio entro il termine del 12 luglio. Questa la motivazione portante del decreto emesso ieri dal Tribunale di Napoli che ha accolto temporaneamente il ricorso – in via d’urgenza – presentato dai legali di Vincenzo De Luca contro il decreto di sospensione dalla carica di presidente della Regione Campania (per effetto della legge Severino) firmato da Matteo Renzi venerdì sera. Udienza fissata il 17 luglio – alle ore 9,30 – per la trattazione del ricorso per la «conferma, modifica o la revoca del decreto». Fino ad allora Vincenzo De Luca è pienamente in carica e potrà far insediare il Consiglio regionale e nominare la giunta. «Il provvedimento del presidente del Consiglio – dice il giudice Gabriele Cioffi – avrebbe impedito la composizione della giunta regionale e la nomina del vice presidente, determinando la necessità di ricorrere a nuove elezioni, con conseguente vanificazione dell’intero risultato elettorale e con indubbia lesione anche delle posizioni soggettive dei rimanenti eletti in Consiglio». Ancora, sempre secondo il presidente della I sezione civile del Tribunale di Napoli, «non si è tenuto in considerazione del parere dell’Avvocatura generale dello Stato espresso in data 23 giugno». I legali di Vincenzo De Luca, Giuseppe Abbamonte, Antonio Brancaccio e Lorenzo Lentini nel ricorso presentato ai sensi dell’articolo 700, avevano infatti evidenziato un possibile “impedimento permanente” del funzionamento della Regione Campania in un territorio di «vastissime dimensioni e con oltre 6 milioni di abitanti con discredito di organi costituzionali e condizione di pericolo destabilizzante». «Il disinvolto Dpcm – scrivono ancora i legali del governatore – non ha determinato una mera sospensione temporanea del presidente della Giunta Regionale ma ha innescato una vera e propria paralisi istituzionale con effetti estintivi di tutti gli organi e pregiudizio per la carica dei 50 Consiglieri regionali, estranei alla applicazione della legge Severino». Tra i motivi del ricorso, inoltre, l’illegittimità costituzionale della legge Severino sollevata dalla Corte d’appello di Bari e dal Tar della Campania, nonché dallo stesso tribunale di Napoli, che solo pochi giorni fa ha accolto anche il ricorso di Luigi de Magistris contro la sospensione dalla carica di sindaco di Napoli. Battaglia legale rinviata al 17 luglio con l’udienza di comparizione delle parti, dinanzi al Collegio, ora per Vincenzo De Luca non resta che varcare la soglia di Palazzo Santa Lucia e procedere all’insediamento del Consiglio regionale e la nomina della giunta e quindi del vicepresidente.
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