di Erika Noschese
«All’improvviso è piombata la morte nella loro vita». All’indomani della tragedia che ha colpito il Da VinciGenovesi per la scomparsa prematura della 16enne di San Mango Piemonte l’istituto scolastico, ieri, era avvolto da un insolito silenzio, fatto di dolore e di domande, di lacrime. Ieri mattina, alle 8.15 gli studenti dell’istituto scolastico di via Principessa Sichelgaita hanno voluto salutare, ancora una volta, la loro compagna di classe. E lo hanno fatto con rispetto, nel silenzio. Tutti riuniti nell’atrio della scuola per alcuni minuti di raccoglimento. E dalla finestra di una delle classi è stato esposto uno striscione, ad opera dei compagni di classe: “andrai oltre e sarai migliore, splenderai più del sole. Bell Melì”. «Stamattina (ieri per chi legge ndr) la loro spontaneità è stata importante e gli studenti hanno commosso tutti, me compreso», ha dichiarato il dirigente scolastico Nicola Annunziata, ancora scosso per la tragica morte di Melissa. La scuola intende ricordare la 16enne di San Mango Piemonte ma ad oggi – dice il preside «non abbiamo ancora trovato il giusto modo per farlo, ci penseremo dopo i funerali». Per il professor Annunziata, quello di ieri, è stato «un giorno difficile. Un episodio che in tanti anni non mi era mai capitato: vedere una ragazza morire dinanzi agli occhi dei compagni di classe». Per gli studenti della III e IV F ieri, la scuola ha disposto un supporto psicologico con l’aiuto della dottoressa Annalisa Rispoli, dirigente psicologa dell’Asl di Salerno che ha incontrato studenti e docenti e aiutarli ad elaborare il dolore per la tragica scomparsa di Melissa. Incontri, questi con la psicologa, che potrebbero continuare nel corso dell’anno scolastico per fornire un supporto valido agli studenti. «Vedremo quali saranno i passaggi successivi, stiamo strutturando un percorso – ha spiegato Annunziata – Con l’Asl di Salerno abbiamo collaborato in passato con consulenze ma mai con interventi mirati come in questo caso». Tante sono le domande che docenti e studenti ancora si pongono: Perché a Melissa? Perché questo dolore è toccato a noi? Come faremo ad andare avanti? Domande, queste, che forse, ognuno si sta ponendo da quel tragico lunedì mattina quando Melissa La Rocca si è accasciata al suolo mentre svolgeva un esercizio di matematica alla lavagna. «Amava lo studio, non era competitiva: a lei non interessava il voto, un 8 o un 9 a lei non importava», ha ricordato una professoressa di matematica che ha conosciuto Melissa e ha insegnato nella sua classe per 2 anni. «Un angelo biondo, era davvero buona e benvoluta da tutti i compagni di classe», ha ricordato ancora la docente di inglese. E ieri mattina le sue compagne di classe non hanno trattenuto le lacrime. Il dolore sui loro volti. In silenzio, quasi come se fossero vestite a lutto, si sono dirette presso la biblioteca dell’istituto per incontrare la dottoressa Rispoli. Al loro ritorno in aula hanno trovato un mazzo di fiori sul banco della 16enne di San Mango Piemonte, in prima fila di fronte la cattedra dei professori. «La morte è entrata nella vita di ciascuno di loro, di ciascuno di noi», ha detto ancora la professoressa. Ancora provati anche i collaboratori scolastici: «Sono qui da 27 anni e una tragedia simile non è mai capitata. E’ assurdo», ha dichiarato uno dei due collaboratori della scuola. Intanto, questa mattina alle 9.30 si terrà la prima assemblea d’istituto che vedrà presente anche il dirigente scolastico per ricordare, tutti insieme, l’angelo dal cuore granata. Saranno Pio Zeppa, primario di Anatomopatologia ed Enrico Mainenti, primario di Medicina Legale del Ruggi d’Aragona ad eseguire questa mattina il riscontro diagnostico sul corpo della giovane Melissa La Rocca. Per il magistrato Maria Benincasa dunque, dopo aver accertato che sulla morte della sedicenne avvenuta lunedì mattina, in aula, mentre era alla lavagna, all’istituto Da Vinci – Genovesi, non concorrono responsabilità di terzi, si poteva procedere ai funerali della piccola ma la famiglia, volendoci vedere chiaro sull’accaduto ha richiesto ai medici del Ruggi d’Aragona di provvedere al riscontro diagnostico per capire cosa ha stroncato la vita della sedicenne. Nessun medico di parte è stato incaricato dai familiari per affiancare i due primari dell’ospedale salernitano che in mattinata procederanno all’esame.