A 43 anni dalla morte di Carlo Falvella il suo ricordo è ancora vivo nel cuore di tutti quelli che lo hanno amato. Primo fra tutti il fratello Marco:” Ero il fratello più piccolo, avevo 15 anni, Carlo era più grande di quattro anni e Pippo di due: li seguivo a distanza perchè mia madre mi chiedeva di vedere dove stavano. A volte andavo con loro nella sede di Via Diaz, dove c’era il Fronte della Gioventù, o sul Lungomare che era divisa in una fascia di sinistra, all’altezza del Bar Nettuno, e una fascia di destra, all’altezza del Bar Nazionale. Anche all’altezza del Bar Roma c’erano dei gruppi di ragazzi di destra che s’incontravano. Oggi tutto questo non avrebbe senso. All’epoca si usava dire che “Uccidere un fascista non è reato”, ma non si può uccidere un giovane, sia di destra che di sinistra. Quei ragazzi erano accecati di odio. Per debellare l’ideologia arrivavano all’estrema violenza. Ne è valsa la pena?”. Domani (oggi per chi legge), Marco Falvella ricorderà il fratello Carlo ed anche il fratello Pippo:”Domani non ci sarà Pippo. Non ci sarà più il punto di riferimento della mia famiglia e della Destra salernitana. Cercherò con umiltà e modestia di onorare la memoria di Carlo e Pippo per sempre”. Luisa Memoli, una delle donne di destra nel cui cuore vive ancora la fiamma tricolore dell’MSI, in quegli anni era un’attivista del partito:”Avevo vent’anni e partecipavo a tutte le manifestazioni che si organizzavano. Ci incontravamo nella sede del” Fronte della Gioventù” in Via Diaz o su Corso Vittorio Emanuele, davanti al Bar Moka o davanti al Cinema Capitol oppure sul Lungomare nei pressi del Bar Nazionale o del Bar Roma. Evitavamo di frequentare la zona del Lungomare, in prossimità del Bar Nettuno, che per noi era una zona off- limits, perchè lì stazionavano quelli della sinistra. In occasione di manifestazioni o comizi evitavamo di uscire da soli camminavamo in gruppo con Enzo Fasano, Enzo Senatore Sergio Valese, Massimo Guadagno, Mimmo Vetromile, Primo Carbone, Fiore Cipolletta. Carlo Falvella aveva 19 anni, era più piccolo, ma faceva comunque parte della compagnia, era un ragazzo perbene. Ancora oggi, se penso a lui mi viene da piangere. Il sentimento che provavo per Carlo è ancora vivo. Dopo il funerale, che si celebrò nella chiesa di Piazza San Francesco, facemmo un corteo silenzioso, con la rabbia nel cuore”. Luisa Memoli ha ricordato che questa mattina alle 6,30 saranno posti dei fiori tricolori e una corona sul cippo di Via Velia, dedicato a Carlo Falvella:”Alle 18,00 invece sarà organizzato un corteo silenzioso che partirà da Piazza Ferrovia e arriverà in Via Velia”. La scrittrice Anna Senatore ha ricordato di essere entrata nel Movimento Sociale a 19 anni:”Dopo aver frequentato l’Orientale a Napoli scelsi di entrare nel partito dopo un comizio di Almirante in Piazza Amendola. Ero fidanzata con mio marito Enzo Fasano. Con gli altri ci incontravamo su Corso Vittorio Emanuele nei pressi del Bar Moka o del Bar degli Sportivi. Qualche anno dopo incontrai Carlo Falvella. Mi colpì per la sua integrità morale. Rappresentava gli ideali, i sogni e i valori dei giovani della destra. Aveva un’anima nobile, cristallina che traspariva dai suoi occhi”. Il Senatore Vincenzo Fasano, faceva parte dei gruppi giovanili della destra salernitana:”Ci incontravamo nella sede di Via Diaz o nei pressi del Bar Moka: c’erano Sergio Valese, Oreste Varese, Carlo Favella, i fratelli Luca e Primo Carbone . Qualche volta ci incontravamo nella zona di Pastena, nei pressi del Bar Mexico 70. Avevamo intorno ai vent’anni e volevamo cambiare il mondo. In quegli ci fu una grossa avanzata del MSI che da partito di nicchia divenne un partito di massa. Questo successo fece tremare i palazzi della politica. A Salerno, come in tutta la Campania, la “Fiamma Tricolore” raggiungeva percentuali di voto incredibili. Noi affermavamo il diritto di esistere politicamente, di essere presenti e di occupare gli spazi che ci erano negati, come quelli dell’Università, sia al Magistero, in Piazza Malta, sia nelle Facoltà di Via Prudente”. Sergio Valese ha ricordato che “Nella nostra città il movimento giovanile di destra era molto forte. Il clima era quello che si respirava nel resto del Paese che determinò degli eventi tristi come quello di Falvella che oggi ricordiamo con grandissimo affetto. Ringrazio i giovani che dopo 43 anni ricordano, con delle manifestazioni, Carlo Falvella, anche se molti di loro non lo hanno conosciuto. Questo dimostra che il suo sacrificio non è stato vano”. Primo Carbone, è stato un grande amico di Carlo Falvella:” Con lui ho vissuto i momenti più belli della mia giovinezza. Era un ragazzo coraggioso anche se mite. Allora essere di destra significava rischiare la vita. Purtroppo Carlo è stato vittima di un agguato: non è stato affrontato a viso aperto. Rimpiango di non esserci stato quella sera perchè dovevo disputare un incontro di pugilato. Forse se ci fossi stato Carlo non sarebbe stato aggredito e non sarebbe morto. Ero stato con lui il giorno prima ai “Bagni Savoia”, dove oggi c’è la Baia, ci eravamo sfidati con degli amici con le” scappavia” delle piccole barche. Mi accompagnò a casa Pippo con la sua motoretta. Gli eroi sono tutti giovani e belli e Carlo rimarrà giovane per l’eternità”. Aniello Palumbo
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