di Brigida Vicinanza
E’ impensabile che ad un passo da quella che potrebbe essere la salvezza definitiva delle Fonderie Pisano, la proprietà abbandoni l’idea, rinunciando all’incontro a Roma in sede ministeriale. Ora l’idea dei sindacati è questa e ieri, in un’assemblea tra società, lavoratori e rappresentanti dei sindacati, non è mancato qualche incomprensione o animi caldi. Infatti, dopo l’ennesima conclusione tirata dai Pisano, i sindacati pare abbiano preso in mano la situazione, cercando di far capire alla proprietà che così “proprio non sono d’accordo”. I Pisano hanno optato per la scelta probabilmente più semplice, ma che purtroppo passa sulla pelle dei dipendenti. Ieri mattina ha comunicato che se entro la settimana non avrebbero avuto altre novità, la mobilità per i circa 150 operai dell’opificio di Fratte era l’unica soluzione, che poi sarebbe sfociata in licenziamento di massa. “A noi così non sta bene sinceramente” ha sottolineato Francesca D’Elia responsabile della Fiom, che ha poi continuato: “Abbiamo insistito affinchè la proprietà prendesse accordi per il Tavolo al Ministero di Roma, soprattutto dopo che nel mese di luglio aveva già presentato il progetto e provveduto poi in seguito ad acquistare il suolo utile per la delocalizzazione, non avrebbe nemmeno senso ora abbandonare tutto a prescindere e lasciare operai e famiglie per strada. Se è vero che il sito c’è, perchè non avviare le procedure per la delocalizzazione? E questo incontro sarebbe un ulteriore passo in avanti che ci farebbe sperare”. Le domande e i dubbi quindi iniziano ad essere sempre di più tra i lavoratori e i sindacati oltre che tra residenti e comitati. Dopo il corteo di lunedì e l’assemblea di ieri infatti, questa mattina i lavoratori incontreranno anche il custode giudiziario. “Se c’è la convinzione di essere nella norma, di poter riaprire e mantenere i clienti per avviare la delocalizzazione, ora bisogna fare anche il passo in avanti”. Dopo un lungo incontro infatti, i sindacati hanno ottenuto infatti ciò che chiedevano: il viaggio verso Roma che sarebbe almeno prova della volontà dei Pisano di voler continuare sul percorso della delocalizzazione.