“Povertà e Risorse”, questo il nome del dossier presentato ieri mattina presso la sede della Caritas di Salerno. Dall’incontro sono emersi dati allarmanti: solo nel 2011, 9081 persone hanno chiesto aiuto, di cui 7283 ai centri di ascolto e 1798 alle opere segno. Le richieste espresse nel corso dell’anno passato sono state 14.233, così distribuite: il 70% per necessità primarie, quali pacchi di viveri, vestiario e sostegno economico, il 7% per lavoro, il 3% per farmaci, il 3% per la casa ed il restante 3% per assistenza legale agli immigrati.
Nel corso del dibattito, la responsabile dell’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse della Caritas Diocesana,Marialuisa Troccoli ha illustrato le ricerche emerse dal dossier, ricordando che «nella Diocesi sono presenti 18 centri di ascolto, 8 a Salerno, 1 a Campigliano, 3 a Battipaglia, 2 a Mercato San Severino, 2 a Solofra, 1 ad Oliveto Citra ed 1 ad Eboli. A questi si aggiungono 8 opere segno, ovvero 2 mense, 1 dormitorio, 1 casa di accoglienza e 4 sportelli dedicati. Ci sono anche altre zone nella Diocesi, come, ad esempio, quelle di Campagna e Giffoni, dove esistono delle strutture che, però, non rilevano in modo statistico per gli aiuti che forniscono. E’ possibile fare un vero e proprio identikit del nuovo povero: si riscontra una leggera prevalenza delle donne, pari al 54% tra gli utenti, ma la presenza maschile è salita al 46%. Sono in crescita, infatti, gli uomini che non hanno più reddito e chiedono sostegno per la propria famiglia. Quanto alla nazionalità, gli stranieri costituiscono il 51% dell’utenza totale, ovvero 4588 persone, contro il 49% di italiani, 4493 soggetti. Tra questi spiccano, per numerosità, i cittadini rumeni, marocchini ed ucraini, rispettivamente, pari al 31%, 22,2% e 15% del totale dei fruitori stranieri. Purtroppo registriamo un aumento della percentuale italiana, che si è equiparata a quella straniera. Per l’età, quasi la metà degli utenti oscilla tra i 31 ed i 50 anni. Mentre per gli stranieri la fascia più numerosa è quella che va dai 18 ai 40 anni, per gli italiani, invece, i dati sono più consistenti per gli over 40. Si tratta per lo più di persone con un titolo d’istruzione di base, ma, interessante, è il dato dei laureati che è più alto tra gli extracomunitari, pari al 5,2%, contro il 3% dei comunitari e l’1,9% degli italiani. E’ allarmante è che il 50% degli utenti siano occupati, il 37% disoccupati, il restante 13% sia costituito da casalinghe. Da notare l’aumento delle richieste da parte della terza età, che in tre anni si è triplicata, 224 unità del 2009, 404 del 2010 fino a 703 del 2011. Questo è, sicuramente, indice del fatto che la pensione sia un ammortizzatore sociale; tuttavia, ultimamente, neanche questa è più sufficiente, atteso che sono aumentati i componenti della famiglia. Venendo allo stato civile, i coniugati ed i conviventi sono il 40%, seguono i single con il 22%, il 10% dei separati, il 5% dei divorziati ed il 6% di vedovi/e. Per la condizione familiare, si avverte una consistente presenza di famiglie con 2 figli, in uguale proporzione sia tra gli italiani che gli stranieri, solo l’8% con più di 4 figli».
Molti i progetti dell’Osservatorio, quali “Oltre il cancello”, per l’ascolto in carcere, l’indagine ed il censimento dei senza fissa dimora. Le riflessioni pastorali sono state affidate al Direttore della Caritas diocesana, Marco Russo, che ha affermato che «molti poveri hanno bussato alle nostre porte, 10.000 persone hanno bisogno di sostegno. Aiutando loro, aiuteremo noi». «Strumento di animazione per vivere il mandato cristiano e parametro per le istituzioni per monitorare una triste realtà che si va affermando sempre di più», queste le parole dell’Arcivescovo, Monsignor Luigi Moretti, per definire il dossier. I dati sono allarmanti, dunque, e speriamo che questa fotografia della povertà spinga noi tutti a rivedere le priorità, a ricercare l’essenziale e, soprattutto, a rispondere al richiamo della solidarietà.