di Andrea Bignardi
Si va verso il governo Conte bis. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dopo l’interminabile giornata di consultazioni al Quirinale, ha convocato per stamani alle 9.30 il presidente del consiglio uscente che guiderà anche il prossimo esecutivo giallorosso. L’intesa tra Partito Democratico e 5 Stelle, almeno in linea di massima, è venuta fuori nel corso della giornata di ieri, dopo una lunga serie di trattative iniziate già nello scorso fine settimana. La svolta decisiva è stata rappresentata dal responso della direzione del Pd tenutasi ieri mattina, che con una standing ovation (eccezion fatta per Boschi e Orfini) ha accolto la decisione del segretario Nicola Zingaretti di far assumere proprio a Giuseppe Conte la guida della nuova “creatura” giallorossa. Ed è proprio il baricentro molto spostato a sinistra del nuovo esecutivo a preoccupare gli esponenti del centrodestra, che hanno manifestato al presidente Sergio Mattarella la loro contrarietà al governo Conte Bis; su tutti il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi che ha manifestato “preoccupazione” per il “pericoloso scenario che sta delineandosi” evocando la necessità di “ridare parola agli italiani”. Ovviamente anche il leader della Lega e capo del Viminale uscente Matteo Salvini, grande sconfitto della rideterminazione degli equilibri parlamentari, ha espresso piena contrarietà al governo giallorosso schierandosi per il ritorno alle urne. “L’unica cosa che accomuna Pd e Cinque Stelle e l’odio contro la Lega”, ha affermato il ministro dell’Interno uscente. La convergenza tra dem e grillini non ha però lasciato “indenni” le delegazioni dei partiti. L’ex ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda ha infatti annunciato le sue dimissioni dal gruppo parlamentare del Pd proprio in seguito all’ ufficializzazione del supporto del suo partito ad un Conte bis. Domani sarà una giornata importante, in cui dovrebbe vedere la luce la squadra di governo, e non poco rilevante sarà il dibattito tra le due nuove orze della maggioranza, con il Pd che punterà alla conquista della carica di vicepremier e di alcuni ministeri chiave, in primis Esteri ed Economia. L’entusiasmo delle forze politiche del “nuovo” centrosinistra è stato però subitopiena contrarietà al governo giallorosso schierandosi per il ritorno alle urne. “L’unica cosa che accomuna Pd e Cinque Stelle e l’odio contro la Lega”, ha affermato il ministro dell’Interno uscente. La convergenza tra dem e grillini non ha però lasciato “indenni” le delegazioni dei partiti. L’ex ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda ha infatti annunciato le sue dimissioni dal gruppo parlamentare del Pd proprio in seguito all’ ufficializzazione del supporto del suo partito ad un Conte bis. Domani sarà una giornata importante, in cui dovrebbe vedere la luce la squadra di governo, e non poco rilevante sarà il dibattito tra le due nuove orze della maggioranza, con il Pd che punterà alla conquista della carica di vicepremier e di alcuni ministeri chiave, in primis Esteri ed Economia. L’entusiasmo delle forze politiche del “nuovo” centrosinistra è stato però subito stroncato da una dichiarazione netta di Beppe Grillo, fondatore del Movimento 5 Stelle, che ha rifiutato l’ipotesi della partecipazione del Movimento ad una scientifica «spartizione» delle cariche del nuovo esecutivo, lasciando non pochi dubbi sull’evoluzione dello scenario politico. «Oggi – ha dichiarato Grillo – è l’occasione di dimostrare a noi stessi ed agli altri che le poltrone non c’entrano nulla: i ministri vanno individuati in un pool di personalità del mondo della competenza, assolutamente al di fuori dalla politica. Il ruolo politico lo svolgeranno i sottosegretari».
Contenti a metà: «Col Pd ci saranno difficoltà ma ci fidiamo di Di Maio»
di Adriano Rescigno
Sostanzialmente, contenti a metà. Questo è quello che traspare di parlamentari salernitani pentastellati. Andrea Cioffi, senatore, è ottimista e punta sui punti in comune:«Siamo contenti che ci siano delle forze politiche che avranno l’onore e l’onere di scrivere un programma. Non possiamo perdere tempo, la combinazione con il Pd avrà le sue difficoltà visto che siamo due forze non proprio omogenee ma questo non ci impedirà di portare avanti temi che ci accomunano, agevolando la vita dei lavoratori ed anche delle imprese che devono assumere». Da Sarno, l’onorevole Virginia Villani: «In queste ore molto delicate di confronto democratico con il Pd, non posso che confermare la piena ed incondizionata fiducia al nostro capo politico Luigi Di Maio e ai delegati. Il MoVimento 5 Stelle deve anche alla sua diplomazia, alla sua risolutezza e alla sua determinazione, la crescita degli ultimi cinque anni. E’ necessario restare uniti e al fianco di Di Maio, evitando di cadere in facili strumentalizzazioni. In questo momento l’obiettivo è garantire un dialogo costruttivo e proficuo così che il MoVimento 5 Stelle possa continuare a costruire l’Italia che stiamo realizzando, a misura di cittadino e nel rispetto dell’equità sociale», conclude la Villani mentre Beppe Grillo nella prima serata di ieri ha tuonato il suo veto: «No a ministri che provengono dalla politica»
«Il peggior esecutivo della storia» La destra parte in contrattacco
«Siamo a un passo dal peggior governo che l’Italia abbia mai avuto». Non usa mezzi termini il deputato di Forza Italia Gigi Casciello, che rende emblematico il dissenso degli azzurri sul nuovo governo giallorosso. «Il tempo di ribadire che c’è futuro solo per un centrodestra che non ceda a populismi e sovranismi e che non c’è altro centrodestra se non quello fondato da Berlusconi con la centralità di Forza Italia», ha proseguito il parlamentare forzista che però ha concluso con maggiore ottimismo: “Il cammino sarà faticoso ma anche la notte più lunga non è eterna». Della stessa lunghezza d’onda anche il consigliere provinciale azzurro Roberto Celano. «Per me è un’alleanza innaturale, ridicola, che smentisce lo stesso motivo di essere di Cinque Stelle – ha affermato Celano – Sono diventati un partito buono per ogni stagione, credo che il centrodestra possa avere ripercussioni positive da questa stagione perché si sgonfieranno presto sia i grillini che il Partito Democratico, che sono tenuti insieme soltanto dal poltronismo». Parole durissime contro la costituzione del governo Conte-bis sono giunte anche dal senatore di Fratelli d’Italia Antonio Iannone, che ha annunciato, sulla scia di quanto affermato recentamente dalla leader nazionale della fiamma Giorgia Meloni, una mobilitazione da parte del coordinamento salernitano che sarà pronto a scendere in piazza. «Vergogna assoluta, la retromarcia peggiore della storia – ha commentato Iannone – Come già ha detto il nostro leader Giorgia Meloni scenderemo in piazza nel momento in cui il governo chiederà la fiducia a Montecitorio. Lo facciamo con la credibilità di un partito che non ha fatto né patti con in Nazareno né con i Cinque Stelle. A spaventare Fratelli d’Italia è la «svolta in favore dei cosiddetti diritti civili e di tante oscenità che sono nella testa del Pd e della sinistra dei Cinque Stelle, oltre alla patrimoniale». «Altra problematica che potrebbe riemergere è quella dell’immigrazione, ritorneranno i business delle Ong», ha poi concluso il senatore Antonio Iannone.