di Pina Ferro
“Non lasciamo soli i nostri ragazzi, incompresi, fragili”. Dalla mamma di Seid Visi arriva il monito al mondo degli adulti. E, lo fa in una lunga intervista rilasciata ai microfoni di Telenuova. La mamma della giovane promessa del calcio che si è tolta la vita qualche giorno fa all’età di 20 anni, ripercorre la viita del giovane di origine etiope sottolineando la sua mission a favore dell’affermazione della giustizia. Seid, è stato un bambino felice, è stato un bambino gioioso, è stato un bambino amato da tutti. E ha dimenticato la sua Africa. Aveva cancellato l’Etiopia. Nel momento in cui eravamo sull’aereo e, lo speaker, ha annunciato che passavano sul suo paese natio ha aperto il finestrino ha lanciato un’ultima occhiata e ha richiuso il finestrino. Da quel momento ha detto, “dell’Etiopia non mi dovete dire nulla, non dovete nominarla proprio più”. Ogni qualvolta che gli dicevamo : “Vogliamo incontrare gli altri bambini, quella associazione….”. lui rispondeva: “interessa a te questa cosa non a me!” Non ha mai più voluto sapere nulla dell’Etiopia, nulla, nulla, nulla Ha sempre dichiarato “Io sono nato in questa famiglia”. Quando mi chiedevano Seid a quanti anni è st5ato adottato io dicevo sempre a sette anni. E lui, mamma sei. Io dico sempre meno anni. Perché non è non è bello che sono stato più tempo con voi? Certo a mamma gli rispondevo. Quindi, è stato felice, un bambino sereno. Fino a quando è stato un bambino, quando ha iniziato a crescere a guardarsi intorno e magari ha cominciato a capire il disagio che c’era (all’epoca della lettera o giusto un momento prima) allora gli è ritornato addosso tutto il suo passato e ha iniziato ad essere più riflessivo. Ha iniziato, comunque, ad attivarsi, in qualche modo, adessere un paladino della giustizia . Non a caso si è iscritto a giurisprudenza contro la mia volontà. Io cercavo di indirizzarlo altrove perché lui aveva altre doti. Ma nulla. Lui credeva nella giustizia. A scuola, al liceo prendeva spesso questioni con tutti. Alla base vi era sempre la giustizia, lui era un paladino della giustizia”. Nelle parole del papà di Seid, invece, vi è tanta amarezza per quanto hanno subito. «In questo periodo siamo stati attaccati da tutti. Voglio precisare ancora una volta che mio figlio non ha fatto quel gesto per problemi raziali. – Ha precisato papà di Seid. – La lettera come ha detto mia moglie è stata scritta tanti anni fa. Mio figlio lottava contro le discriminazioni r aziali di tutti i generi. Quello che ho intenzione io di fare io, un domani. e creare movimento per far continuare le idee che mio figlio ha scritto su quella lettera, per aiutare i giovani ad essere forti. La società adulta, noi e la politica non siamo bravi, siamo egoisti. Quindi, voi giovani dovete essere forte e lottare come ha fatto Seid. Aiutare sempre i ragazzi. Mio figlio, da quello che mi è stato detto a Nocera da tutti quelli che lo conosco, non faceva niente per se, faceva per gli altri. E, questo è importante che che lo fate anche voi”.