Di Erika Noschese
“Non c’è nessuna correlazione tra i dati dello studio Spes e le fonderie Pisano”. Sono i dipendenti dello storico opificio di via dei Greci a difendere, ora, la proprietà ma soprattutto il loro diritto al lavoro. Ieri mattina, infatti, il comitato Salute e Vita ha reso noto lo studio condotto dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno che ha evidenziato un eccesso di metalli pesanti, come il cadmio e a scendere in campo sono proprio i lavoratori: “E’ il momento di dire basta alle crociate strumentali contro le Fonderie Pisano, difendiamo il nostro lavoro e accertiamo con chiarezza le vere fonti di inquinamento”, hanno dichiarato, sottolineando che “ci troviamo di fronte al consueto tentativo di diffusione di notizie specificamente addebitate, senza alcuna cognizione di causa, alle Fonderie Pisano”. Di fatti, lo studio di esposizione nella popolazione suscettibile (Spes) è uno studio di biomonitoraggio che ha l’obiettivo di valutare la relazione tra esposizione ambientale e salute in Campania, misurando in maniera sistematica biomarcatori di esposizione, di effetto biologico precoce e di suscettibilità, con la presenza di inquinanti chimici di diversa natura (Metalli, Ipa, Pb, Diossine, Nanoparticelle, pesticidi, bisfenoli, ftalati, parabeni) in fluidi biologici, al fine di verificare eventuali differenze di rischio salute fra i residenti nelle diverse aree territoriali campane. “Lo studio, invece, non ha come obiettivo la valutazione delle caratteristiche e composizioni di ogni presunta o accertata fonte inquinante, né permette di valutare l’eventuale contributo di ognuna di esse alla totale pressione ambientale, in considerazione anche delle caratteristiche geologiche del territorio oggetto di studio”, hanno aggiunto ricordando che lo studio ha esaminato 4.200 cittadini della regione Campania, residenti in 175 comuni. Di questi, 400 individui provengono dai cluster Valle dell’Irno 1 e Valle dell’Irno 2, che includono aree del comune di Salerno, Baronissi e Pellezzano. “Nella Valle dell’Irno insistono molteplici fonti inquinanti tra le quali si annoverano la fitta rete autostradale, l’area industriale tra Pellezzano e Salerno (di cui le Fonderie Pisano costituiscono soltanto uno dei siti industriali) e il fiume Irno nonché quella relativa alle aree urbane – hanno detto i dipendenti delle Pisano – Benché non sia possibile valutare qualsiasi associazione o interferenza causale abbia una di queste fonti con il territorio, resta comunque un fatto: i risultati raggiunti dal citato studio indicano livelli di mercurio nel siero dei cluster della Valle dell’Irno maggiori rispetto a quelli di altre aree incluse nello studio Spes. Svariate sono le fonti responsabili da inquinamento da mercurio nelle matrici ambientali, alla stregua delle indicazioni della Agenzia Europea dell’Ambiente, che includono altre attività industriali, diverse dalle fonderie di ghisa di seconda fusione”. Ad oggi, infatti, le fonderie sono monitorate da tempo in modo continuo dall’Ente pubblico. “E va detto che i livelli di mercurio – misurati dall’Arpac – sono insignificanti, così come sono assenti o molto inferiori rispetto ai limiti di legge gli altri metalli esaminati sempre dall’Arpac. E tutto ciò è perfettamente in linea con il dato della Agenzia Europea dell’Ambiente – hanno chiarito ancora – Tali premesse inducono a ritenere le Fonderie Pisano estranee a qualsivoglia interferenza causale con i risultati dello Studio Spes Valle dell’Irno. L’eventuale associazione tra i risultati dello studio sulla popolazione e l’attività svolta dall’azienda, non è suffragata da nessun dato, neppure in via presuntiva, salve le convinzioni prive di prova di ben individuate associazioni. Come pure è da bene accogliere la notizia della predisposizione di uno studio epidemiologico sulla popolazione residente – nella zona dove insiste lo stabilimento delle Fonderie Pisano – da parte dell’Istituto Superiore di Sanità in quanto potrà costituire materiale di riferimento per ogni ulteriore approfondimento, tenendo, però, bene in conto che ogni specifica analisi fino ad oggi condotta esclude scientificamente qualsiasi collegamento. Di fronte, poi, alla diffusione di notizie che fanno riferimento alla diffusione di fenomeni tumorali, associandoli all’attività delle Fonderie, ci limitiamo ad evidenziare nuovamente che non si sono mai registrati episodi del genere tra noi lavoratori dello stabilimento – circa 120 addetti – come risulta confermato dalle cartelle cliniche analizzate dai medici di riferimento del sito di Fratte”.
Metalli pesanti cinque volte superiori rispetto alla Terra dei Fuochi: risultati allarmanti
Eccesso di metalli pesanti, come il cadmio – ad altissima nocività – diossina e presenza di valori relativi al mercurio. È quanto emerge, in sintesi, dallo studio Spes condotto nella Valle dell’Irno per verificare un’eventuale correlazione tra le morti per tumore e la presenza delle fonderie Pisano. Risultati che sono stati resi noti dopo una lunga battaglia del comitato Salute e Vita, guidato dal presidente Lorenzo Forte. Si tratta di elementi presenti in quantità cinque volte superiori ai valori della Terra dei fuochi con un rapporto diretto tra l’attività siderurgica ed emissione di mercuriali a causa della combustione di carbon Coke. I risultati definitivi dello studio Spes in realtà erano pronti da gennaio 2020 ed i dati che evidenziavano una situazione drammatica del suolo, dell’aria, del sangue degli abitanti della Valle dell’Irno, erano già in stati visionati dal comitato Salute e Vita che, in questi anni ,ha lanciato non pochi allarmi ma oggi arriva la conferma, con dati preoccupanti per tutto il territorio della Valle dell’Irno. Intanto, il comitato Salute e Vita e l’associazione Medicina Democratica, entrambi parti civili al procedimento contro i Pisano – che tra le altre cose devono rispondere di disastro ambientale – chiedono al governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca e alle istituzioni competenti di adottare tutti i provvedimenti necessari, ad horas, per interrompere la dispersione nell’ambiente di mercurio e quindi che venga disposta la chiusura della produzione delle fonderie Pisano. “Il mercurio e il cadmio sono superiori, cinque volte in più, rispetto alla Terra dei Fuochi e questo significa che in questa “valle” il mercurio è presente nel sangue delle persone cinque volte in più, così come altri metalli – ha dichiarato il presidente del comitato Lorenzo Forte – Tutti i veleni che fuoriescono sono provocati da attività siderurgiche fonderia ed è scritto nero su bianco la firma delle fonderie Pisano”. I risultati dello studio sono giunti in inglese, senza una data certa. Da qui l’appello di Forte alle istituzioni. Presente anche il parlamentare del Movimento 5 Stelle Nicola Provenza per “dovere istituzionale” perché, ha aggiunto, l’istituzione “deve rendersi parte attiva rispetto a tre linee guida fondamentali: trasparenza, la tempestività delle azioni e la necessità di approfondire un tema di interesse pubblico, il diritto alla salute. Foto Guglielmo Gambardella