I dipendenti della Provincia ora sono sul piede di guerra e si sentono abbandonati a se stessi.
“Assenza di una politica, di amministrazione, di soldi e di collaborazione con gli enti regionali per trovare una soluzione, ora siamo al collasso”, così in un’assemblea tenutasi venerdì, tutti i dipendenti con i rappresentanti sindacali, hanno chiesto delle risposte concrete e se non le avranno scatterà lo stato di agitazione.Tanti i punti sottolineati durante l’in- contro e per i quali ora sono stanchi, dopo il silenzio “politico” e soprattutto amministrativo: “Chiediamo un Tavolo all’ente, da sciogliersi soltanto dopo le criticità sollevate come l’organizzazione dell’ente stesso, il malessere organizzativo, il salario accessorio, le criticità del settore viabilità, musei e biblioteche e le relazioni sindacali”. Insomma tantissime questioni da risolvere per evitare il caos, già preannunciato più volte. In mancanza di risposta da parte dell’amministrazione entro due giorni lavoratori i dipendenti sono pronti a qualsiasi forma di protesta. Iniziative e lotte a partire dal blocco delle attività allo stato di agitazione. “Ci hanno consegnato l’organigramma e noi avevamo chiesto informazioni in più nel merito, ma non ci hanno dato risposte – ha sottolineato Angelo De Angelis della Cgil – la Provincia ora è alla rovina, hanno tolto fondi e soldi ma si lavora allo stesso modo, in più non c’è mai stato nessun dialogo con la Regione Campania per cercare di risolvere le criticità. Ma con tutti gli amministratori locali comunque non c’è stato modo di poter cercare soluzioni ai problemi”. Insomma un “attacco” velato probabilmente al presidente Giuseppe Canfora, forse assente spesso e che forse non ha sempre ascoltato dipendenti e le problematiche che, come volevasi dimostrare, si sono create dopo la riforma sulle Province. “In un anno non si è fatto alcun passo in avanti – ha continuato De Angelis – da lunedì siamo pronti ad adottare qualsiasi forma di protesta, in- fatti faremo un volantinaggio per la città, assemblee più piccole e tanto altro. Abbiamo chiesto anche incontro in Prefettura”. Insomma ora gridano tutti “basta”, chiedendo di essere ascoltati, ma soprattutto di far luce e chiarezza su una situazione che ha portato al collasso l’ente.