di Alfonso Malangone*
Nel Consiglio Comunale di questa mattina, i delegati pubblici avrebbero dovuto deliberare su ben dodici argomenti all’Ordine del Giorno, alcuni urgenti, altri di contorno ma, tutti, di grande responsabilità. A parte due mozioni presentate da forze politiche, la convocazione era finalizzata alla discussione di documenti fondamentali in vista dell’approvazione, entro il prossimo 30/04, del Bilancio di Previsione. Purtroppo, l’assenza del numero legale ha impedito lo svolgimento dell’Assemblea anche se, inizialmente, la riunione è stata dichiarata ‘valida’ con 16 Consiglieri su 32. In verità, poiché difficilmente succede che la metà possa fare maggioranza, ci volevano almeno 17 persone. Si è poi calcolato che, a parte i Consiglieri di Opposizione, usciti dall’Aula, ne sono mancati ben 7 della Maggioranza. Salvo errore. Se ne riparlerà.
Al primo posto della discussione, c’era la delibera del Documento Unico di Programmazione del triennio 2023-2025 che, come da Testo Unico Enti Locali, è preliminare all’elaborazione del Bilancio di Previsione per lo stesso triennio. In effetti, le revisioni del TUEL del 2011 e del 2014 hanno esteso alle Amministrazioni Locali le stesse modalità operative del settore privato con l’introduzione del ‘controllo di gestione’, cioè del monitoraggio continuo dell’andamento tra Entrate e Uscite a garanzia degli equilibri finanziari e della regolarità dell’azione di governo. Nel concreto, il processo deve iniziare con l’acquisizione di dati economici e demografici della Comunità, proseguire con la loro elaborazione, coerente e ordinata secondo le migliori pratiche in uso, e arrivare a definire le attività e le risorse per promuovere lo sviluppo economico, sociale e culturale della Comunità di riferimento. La continuità nel tempo della procedura deve poi consentire di tenere sotto controllo il ‘polso’ finanziario dell’Ente e agevolare l’adozione di immediati interventi correttivi agendo, secondo necessità, su Incassi e Spese. In sostanza, se la programmazione fosse adottata con successo, non si dovrebbero mai verificare situazioni di squilibrio nei conti ovvero negative ricadute sulla qualità della Città e della vita dei cittadini. Da noi, purtroppo, qualcosa non è andato per il verso giusto. Un Bilancio con un Disavanzo di € 169,9milioni, da ripianare fino al 2044, un territorio degradato e martoriato, privo delle necessarie manutenzioni, opere incomplete, ferme o neppure avviate, come la riqualificazione del Corso V. Emanuele, divenuto da ‘pezze-nti’ a causa delle tante ‘pezze’ di asfalto messe a coprire i buchi, dimostrano che i DUP, i Bilanci di Previsione, i Piani Esecutivi, le variazioni di Bilancio, i Bilanci Consuntivi e altri elaborati, non sono stati utili né in sede di Commissioni Consiliari, dove avrebbero dovuto essere approfonditi, né in sede di delibere Consiliari. In sostanza, sembra che nessuno si sia accorto di quello che stava accadendo, del Disavanzo che raggiungeva dimensioni astronomiche, della presenza di ‘errori o anomalie’ nei saldi contabili (fonte: Bilancio 2021) e del pericolo di arrivare addirittura al dissesto. Adesso, sono i Revisori ad allarmare, viste le osservazioni nella Relazione che doveva essere discussa oggi sui debiti fuori Bilancio. Chissà, può essere che con il dissesto le conseguenze a carico dei cittadini sarebbero state meno pesanti rispetto al piano di rientro concordato con il Governo, salvo errore. Più pesanti sarebbero state, certamente, quelle a carico degli Amministratori. Comunque, se il DUP fosse stato una guida concreta, allora qualcuno dovrebbe spiegare come mai i Bilanci di Previsione, da essi derivati, siano stati elaborati per importi ‘Miliardari’, sia nelle colonne delle Entrate che delle Uscite, mentre nei Consuntivi i valori non hanno mai superato i 500/600milioni (fonte: Bilanci). Peraltro, la consapevolezza dei risultati annuali avrebbe dovuto almeno accendere un campanello di allarme e non indurre a dichiarazioni ufficiali sulla validità dei Bilanci e sulla presenza di equilibri confortanti (fonti: stampa). Se pure può succedere di ‘andare a sbattere’ a chi ha da poco la patente e, magari, non ha seguito bene le lezioni di scuola-guida, non dovrebbe mai accadere che sia una Città ad ‘andare a sbattere’. Perché sono i cittadini a restare tra le ‘lamiere’. Eppure, sembra proprio che sia andata così e che molti dubbi possano essere espressi sul proficuo utilizzo della programmazione, a partire dalla stessa preparazione dei DUP.
Per essere di valido aiuto, il documento dovrebbe guidare i Responsabili lungo un percorso fatto di informazioni, precise e chiare, sulla congiuntura economica, almeno nazionale, sul contesto produttivo della Città, sull’andamento demografico, sulla condizione sociale, per aiutarli nella selezione delle proposte di sostegno a favore dei settori e comparti produttivi, dell’istruzione, dell’assistenza alle famiglie e ai giovani in cerca di occupazione. Invece, sotto l’aspetto economico, un profluvio di dati e grafici fornisce ‘asettiche’ informazioni solo sull’economia mondiale/nazionale, utili se fossimo una Città almeno europea, senza nulla riferire del contesto locale, mentre le statistiche demografiche si limitano a dividere i residenti tra maschi/femmine e a segmentare le famiglie per numero di componenti. Cioè: non si forniscono i valori statistici dei settori e dei comparti produttivi, nulla si dice di come poter utilizzare storia, cultura e ambiente, niente si comunica sul livello di scolarizzazione, sulla dispersione scolastica, sulla professionalità dei giovani, sul reddito e sulle fasce sociali. Come possa, uno studio avulso dalla realtà, indirizzare distribuzioni eque e giuste delle risorse, è difficile dire. Purtroppo, con un DUP fatto di pagine infinite, scritte anche con il copia-incolla, nulla potrà cambiare e i Consiglieri, in Assemblea, saranno liberi pure di andare e venire a proprio piacimento. Sarà sempre il piano di rientro a restare. Sarebbe giusto che qualcuno ci spiegasse perché siamo caduti così in basso. Detto con ogni rispetto.
Ali per la Città