SALERNO. Dai campi della massima serie a quelli, vasti e tortuosi, del diritto. Guglielmo Stendardo rappresenta a pieno titolo l’incarnazione del professionista esemplare; un uomo genuino che crede ancora nei veri valori della vita, quei valori che nel corso degli anni sono andati via via scemando, soprattutto tra i calciatori come lui. Stopper dell’ Atalanta, Stendardo ha calcato campi importanti militando nella Lazio, nella Juventus e nel Napoli, senza dimenticare le esperienze con Sampdoria, Catania, Lecce, Perugia e Salernitana. Napoletano di origine ma con cuore cilentano, l’esperto difensore torna, appena possibile, ad Agropoli, sua città adottiva, per riabbracciare la sua famiglia ed il suo cagnolino. Laureatosi due anni fa alla Sapienza ha guadagnato la ribalta televisiva grazie all’esame di abilitazione alla pratica forense sostenuto presso l’ Università degli studi di Salerno poche settimane or sono. Una storia, la sua, che ha coinvolto l’intero stivale, suscitando grande clamore. Sfatato il luogo comune che vuole i calciatori ignoranti, lo stopper classe ’81 è ritornato a Bergamo per dare il suo contributo alla causa nerazzurra “L’ esame di abilitazione ha rappresentato uno dei momenti più belli della mia vita professionale perchè riguarda il mio futuro. Spiace per il fattore mediatico, l’uscita dall’aula è stata vissuta con grande enfasi, sembrava fossi in una puntata del Grande Fratello. Ringrazio tuttavia la stampa per avermi fornito la carica necessaria per rendere al meglio. Con il mister Colantuono l’ argomento non è stato più toccato, anche perchè abbiamo avuto due partite consecutive…”, dichiara al sottoscritto. Nel palmares del difensore napoletano 17 presenze e 4 reti con la Salernitana, un’ esperienza, quella in granata, sicuramente costruttiva. “A Salerno furono cinque mesi davvero molto intensi, fondamentali per la mia crescita. Venivo dalla Sampdoria ed avevo bisogno di giocare. Il mio ricordo più bello è strettamente legato ad un Palermo – Salernitana: finì 1 a 1, riuscimmo a rimontare proprio grazie ad una mia rete. Sono rimasto in contatto con Zoppetti, Luiso, Sturba, con mister Varrella e, ovviamente, con i tifosi che, malgrado la lontananza, continuano a farmi pervenire il loro calore”. Dopo Salerno, Catania, Perugia e poi la Lazio. Pur avendo militato soltanto per pochi mesi nelle fila granata, Stendardo è a conoscenza della situazione calcistica del sodalizio presieduto dal duo Lotito- Mezzaroma: “Da vero amante del calcio campano, spero che la Salernitana possa ritornare in categorie più consone alla piazza, in palcoscenici del tutto diversi”. Tra Lotito e Guglielmo non corre di certo buon sangue, a rafforzare questa tesi il recente passato nonché la causa per mobbing vinta dal difensore proprio nei confronti del presidente. In quell’ occasione, i 180000euro derivanti dalla sentenza furono interamente devoluti in beneficenza a Suor Paola, alla fondazione “Gabriele Sandri” e ad altri bisognosi. Se il futuro professionale vedrà Guglielmo Stendardo sicuramente legale affermato, il futuro calcistico potrebbe, tra qualche anno, riportarlo in maglia granata: “Sarebbe bello chiudere la carriera a Salerno ma con una società serie ed ambiziosa, una società dove la moralità abbia un significato reale e che risponda etimologicamente a quanto contenuto nel proprio significato tradotto in comportamenti conseguenti. A Bergamo sono felice proprio perchè c’è un grande club con un presidente, Percassi, davvero ineguagliabile…”