di Andrea Pellegrino
«Il dottore Greco ha violato il codice di comportamento dei dipendenti pubblici disposto dall’azienda ospedaliera universitaria “Ruggi d’Aragona”», e «ha espresso valutazioni negative tese a ledere l’immagine dell’azienda e dei dipendenti pubblici». Queste le motivazioni che emergono dalla documentazione richiesta e ottenuta dal Movimento 5 Stelle della Campania sul caso Greco, l’infettivologo richiamato dalla pensione in servizio in piena emergenza Covid per poi essere licenziato poco dopo. Colpa di dichiarazioni rilasciate alla stampa, nonché ad una comunicazione interna in cui lo stesso medico scrive di “Confuse e irrazionali direttive del management” relativamente al trasferimento delle malattie infettive ad Da Procida, segnalando “un diffusa atmosfera di panico generalizzato” nella struttura di via San Leonardo. Il provvedimento di licenziamento porta la data del 10 aprile basato sull’assenza del “rapporto di fiducia tra il professionista e l’amministrazione ospedaliera”. Una vicenda che ha portato numerose polemiche, nonché una interrogazione dei consiglieri regionali Valeria Ciarambino e Michele Cammarano del Movimento 5 Stelle. Nella risposta l’azienda ospedaliera spiega tutti i motivi, difendendo anche la scelta del trasferimento del reparto di malattie infettive al Da Procida. Scelta, si legge: “adottata nel rispetto di una circolare del ministero della Salute, con la quale si è previsto che ogni Regione identificasse una o più strutture da dedicare alla gestione esclusiva del paziente affetto da Covid in relazione alle dinamiche epidemiologiche». Struttura che successivamente è stata individuata, poi, dalla Regione Campania presso “il Da Procida, al fine – si legge ancora – di assicurare la necessaria sicurezza operativa sui restanti quattro plessi dell’azienda”.