di Marco De Martino
SALERNO. L’ultima telefonata a Ghigo Gori ci fu quando ancora era un calciatore del Benevento: «Io alla Salernitana? Non ne so niente». Qualche giorno più tardi, il 31 gennaio scorso per la precisione, il portiere ha vestito la casacca granata. «Sai, quando non c’è l’ufficialità non puoi sbilanciarti», risponde il portiere, «ora sono qui e sono felice».
A Benevento eri un’istituzione. Sette stagioni, anzi sei e mezza…:
«E’ stato un fulmine a ciel sereno il mio addio. Qui a Salerno per fortuna ho trovato un grande gruppo, una società ambiziosa ed uno staff tecnico e dirigenziale preparato e competente».
Ironia della sorte, la gara più emozionante di quest’anno l’hai giocata proprio contro gli stregoni:
«E’ stata una partita con tante emozioni, prima, durante e dopo. Per certi versi anche strana…».
Quoto in pieno. Evacuo in porta non capita di vederlo tutti i giorni…
«Felice è bravo tra i pali. Lo conosco da anni, lui ha iniziato la carriera in porta e spesso in allenamento abbiamo scherzato su questa cosa. Il suo mestiere però è far gol».
E se Gori avesse indossato la maglia di attaccante, avrebbe esultato in caso di gol dell’ex?
«Sicuramente no. Ho troppo rispetto e stima per la tifoseria ed anche per la società sannita. Il passato non si rinnega, mai».
Derby ed ex. Due parole che tornano spesso. Restiamo in tema. Domenica si sarebbe dovuto giocare un derby contro una tua ex squadra, la Nocerina:
«Io e Manuel (Scalise nda) avremmo voluto giocarlo. A Nocera siamo stati bene, sappiamo quanto l’ambiente sia attaccato alla maglia e mi dispiace sia finita così».
Proprio l’esperienza di Nocera potrebbe avere strascichi negativi per te. C’è l’inchiesta Nuceria in corso, che potrebbe costarti uno stop forzato per squalifica:
«Sono sereno per il semplice fatto che non ho commesso nulla di illecito. Sono pulito e non so perché ci sia in giro questa voce di una mia possibile squalifica. Sono sicuro che presto tutto si risolverà».
Parliamo di calcio. Cosa è successo a Grosseto, pile scariche dopo la rimonta oppure appagamento post derby?
«Non ho visto una squadra appagata. E’ stata semplicemente una gara nata male, con i nostri avversari che hanno sfruttato al meglio i nostri errori. Di certo abbiamo trovato un Grosseto molto motivato, ma noi non eravamo da meno. A volte può succedere di incappare in una giornata no».
Ed il ritiro capitolino servirà a resettare tutto ed a rimettere in marcia la Salernitana?
«Il ritiro fa parte del nostro lavoro. Domani (oggi nda) ci presenteremo al campo con la serenità di sempre per preparare due partite molto importanti».
La Coppa Italia è una chicca, ma il vero obiettivo resta il raggiungimento dei play off:
«Abbiamo ancora un paio di mesi a disposizione, il tempo c’è per lavorare e raggiungerli. In questo momento non siamo ancora in una posizione soddisfacente, però mai dire mai…».
Nel senso?
«Gregucci mi ricorda l’allenatore che durante la mia carriera ho apprezzato di più e che porto sempre come esempio di enorme professionalità. Parlo di Auteri. Se la Nocerina andò in B in parte fu merito di noi calciatori, ma in gran parte fu merito suo».
Gregucci come Auteri?
«Secondo me si somigliano molto, nel modo in cui preparano scrupolosamente le partite ma soprattutto per il grande carisma e la voglia di vincere. Caricano tantissimo i calciatori, e questo nel calcio moderno è un aspetto fondamentale».
Alle porte c’è il ciclo terribile: quanti punti vanno conquistati per assicurarsi un posto al sole?
«Non sono bravo in matematica, ma non dipende soltanto da noi. Possiamo solo fare come dice il mister, ovvero giocare al massimo gara dopo gara e poi si vedrà alla fine. Ed ai play off, con questi tifosi, tutto può succedere».