di Andrea Pellegrino
Sono definiti «eroi» ma in busta paga si sono ritrovati con cento euro in più. E’ l’amara sorpresa dei dipendenti dell’azienda universitaria ospedaliera “Ruggi d’Aragona” che nell’ultima busta paga, alla voce “premio per i giorni lavorati” si sono ritrovati un aumento che non supera i cento euro. C’è chi addirittura ha ricevuto appena 90 euro. E’ il personale sanitario della mega azienda ospedaliera che oltre il Ruggi d’Aragona di via San Leonardo di Salerno, gestisce i plessi “Da Procida”, sempre di Salerno, il “Santa Maria dell’Olmo” di Cava de’ Tirreni; il “Fucito” di Mercato San Severino e quello della Divina Costa a Ravello. Un esercito che sta combattendo, anche a mani nude (in alcune circostanze nel senso letterario della parola), la lotta al Coronavirus. Eroi nel nostro tempo che hanno rischiato e rischiano ancora contagi e che fino a poco fa elemosinavano i principali dispositivi di sicurezza individuale. A partire dalle mascherine, grandi assenti all’inizio dell’emergenza. L’ultima amara sorpresa è arrivata nella busta paga di marzo con un premio economico certamente non all’altezza del lavoro che stanno svolgendo, nonostante gli ospedali, siano, ormai, una delle maggiori fonti del contagio. La lista di addetti tra medici, infermieri e personale sanitario è sempre più lunga, segno, comunque, che qualcosa, all’interno delle strutture della nostra provincia non sia andato per il verso giusto. Prima l’assenza dei dpi poi il tardivo arrivo di una struttura ad hoc, ancora non pienamente funzionante, sorta in uno dei parcheggi del «Ruggi d’Aragona», nonché l’iniziale tentennamento nella riapertura di alcuni plessi strategici, tra cui il “Da Procida” e i vari ospedali dismessi o malfunzionanti a sud della provincia. Eroi nel nostro tempo, con poche armi a disposizione e ora anche con pochi riconoscimenti.