Giustizia: Conte accusa l’esecutivo di “schizofrenia” politica - Le Cronache Ultimora
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Giustizia: Conte accusa l’esecutivo di “schizofrenia” politica

Giustizia: Conte accusa l’esecutivo  di “schizofrenia” politica

Presso il Palazzo della Provincia di Salerno si è svolta la seconda giornata del 3° Congresso Nazionale di UNICOST, dedicata al tema “Le riforme in corso: tutela dei diritti e principio di uguaglianza”. All’inizio dei lavori, Stefano Latorre, cosegretario nazionale di Unicost, riflette: “Si avvertono scricchiolii” nella tenuta “della nostra costituzione che possono modificarne la genetica”, ovvero “la forma repubblicana non può esser cambiata”, perché essa “è un assetto generale che vede la sua essenza nella tripartizione dei poteri, che non può essere mutata senza rendere nulla la forma repubblicana”, in cui “nessun potere può prevalere”; “fra gli scricchiolii, vedo la riforma della separazione delle carriere”. In merito alle statistiche sulle assoluzioni in Italia, che proverebbero per gli avversari dell’unicità della giurisdizione, l’efficienza dei processi, Latorre nota che “quel 50% delle assoluzioni rappresenta solo il 30% dei procedimenti che il Pm porta in giudizio”, “perché il Pm cerca anche prove a discarico”. Le critiche di Latorre coinvolgono altre decisioni del governo nel settore giustizia. In merito al decreto Sicurezza, “Dov’è il bene giuridico?” Nel caso della “resistenza passiva; si può punire una inazione?”. Enfatizza le critiche anche la senatrice Vincenza Rando, che esordisce attaccando le riforme costituzionali del governo, sostenendo che “l’elezione diretta del presidente del consiglio rappresenta una torsione autoritaria”. L’esecutivo punterebbe a “smembrare il paese con l’autonomia differenziata”, “smantellare il traffico di influenze illecite con l’abolizione dell’abuso d’ufficio”; con il sorteggio del CSM, “i magistrati non si possono scegliere i proprio rappresentanti”. Nel dl Sicurezza, “la sicurezza viene declinata solo in chiave repressiva” e “trasforma il dissenso in reato”. Ernesto Carbone, componente CSM, ripercorre le polemiche del governo contro la magistratura, da Meloni che sostiene l’esistenza di un “complotto della magistratura per far cadere il governo”, fino al caso di “Salvini che chiede il licenziamento di un magistrato”, o di Andrea Delmastro delle Vedove che sostiene che “i magistrati sono come gli ayatollah”. Si punta a “delegittimare la magistratura” con “l’obiettivo di arrivare al referendum pro o contro la magistratura”. Carbone chiede anche ai magistrati di fare autocritica e rileva che sì, “c’è una guerra dei trent’anni fra politica e magistratura”. L’intervento del leader del M5S Giuseppe Conte si è concentrato sull’accusa di “schizofrenia” politica all’esecutivo, anche se in realtà sta attuando un “disegno deliberato”. Perché, da una parte, “il governo continua a sfornare nuove fattispecie di reato e inasprimenti di pene che compongono un quadro repressivo che non soddisfa il reale bisogno di sicurezza” dei cittadini, “la bilancia dei diritti viene squilibrata” insieme alla proporzionalità delle pene e “si reprime la manifestazione del dissenso politico e della protesta civile”. “Su di un diverso fronte, registriamo un affievolimento delle sanzioni penali e degli strumenti d’indagine”, “come l’abolizione del reato dell’abuso d’ufficio” e “il ridimensionamento del traffico d’influenze”, favorendo ceto politico, colletti bianchi e comitati di affari. Di conseguenza, “Meloni ha così tradito i suoi stessi elettori”, perché ci troviamo di fronte a un “potere volto a garantire se stesso che però si abbatte inflessibile sui più deboli”.