di Monica De Santis
Non solo il plesso di Fuorni dell’Istituto Rita Levi Montalcini, rischia la chiusura per la mancanza di iscrizioni. Sono ben oltre 50 le scuole del salernitano che a settembre 2022 potrebbero non aprire. Un dato allarmante, che non tocca però gli istituti superiori di Salerno città che con 10173 iscrizioni riescono a mantenere quasi del tutto inalterato il numero delle classi. La situazione più drammatica nel Cilento, dove a rischio chiusura sono appunto una cinquantina di istituti appartenenti al primo ciclo di studio. Troppo pochi gli iscritti, troppo pochi i nuovi nati e così le scuole rischiano di scomparire in molti piccoli comuni del territorio. A lanciare l’allarme è Giuseppe Frallicciardi, della Uil Scuola Salerno che spiega che in alcuni comuni ci sono addirittura delle scuole che non hanno avuto nessun iscrizione…“E’ un problema che stiamo affrontando anche con la segreteria regionale. Abbiamo anche incontrato diversi dirigenti del salernitano – spiega Frallicciardi – per quanto riguarda qualche classe anche con 10 bambini”. Diversa come abbiamo detto prima la situazione a Salerno città dove dei 10185 studenti che quest’anno affronteranno l’esame di terza media, 10173 continueranno il percorso di studio negli istituti presenti in città. Ed in linea con gli scorsi anni sono anche le iscrizioni alle scuole primarie, ad eccezione del plesso di Fuorni dell’istituto Rita Levi Montalcini, dove ad oggi, per la classe prima media, vi sono solo 11 iscritti e ne servono almeno altri 7. “A Salerno la situazione è sotto controllo – prosegue ancora Giuseppe Frallicciardi della uil Scuola Salerno – tranne che per il plesso di Fuorni. Ho parlato con la dirigente, in merito a questo problema. Ora con l’ufficio scolastico provinciale e con la segreteria regionale che è stata allertata, stiamo monitorando e stiamo tenendo sotto osservazione queste scuole per far si che l’organico rimanga lo stesso. Questo lo facciamo anche per tutelare i posti di lavoro sia per il personale docente che per il personale Ata. Perchè la nostra lotta è finalizzata soprattutto a garantire i posti di lavoro. Noi come segreteria regionale abbiamo detto chiaramente che gli organici devono essere mantenuti. Non va dimenticato che abbiamo fatto anche una battaglia per quanto riguarda gli organici covid, e ancora adesso chiediamo che questo organico deve essere prolungato fino al 30 di giugno, quindi quello che diciamo noi e che è la cosa più importante è che si deve investire sulle persone e non ridurre il personale oppure permettere di chiudere dei plessi scolastici solo perchè non si raggiunge il numero di iscrizioni previste dal Miur”.