Giovanni Nutty Trapanig: “vi racconto il mio percorso artistico in un bosco” - Le Cronache
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Giovanni Nutty Trapanig: “vi racconto il mio percorso artistico in un bosco”

Giovanni Nutty Trapanig: “vi racconto il mio percorso artistico in un bosco”

di Erika Noschese

Una performance artistica con l’installazione permanente di pannelli di legno che presto saranno installati in un bosco del Tanagro. È la scommessa vincente di Giovanni Trapani, meglio conosciuto come Nutty Trapanig, la firma che chiude tutte le sue opere di Urbanart. Un percorso, quello dell’arte urbana, intrapreso proprio nel periodo pre Covid, con serate di propaganda: ogni domenica, Nuty Trapanig si dedicava all’arte, intesa a 360 gradi; la sua aspirazione era dipingere fabbriche abbandonate, per attirare l’attenzione dell’amministrazione comunale e, forse, anche per smuovere le coscienze dei tanti cittadini che vorrebbero una città viva, senza mostri in cemento finiti nel dimenticatoio. Giovanni, con la sua arte, ha girato tutta l’Italia ma, ha detto amareggiato, “il vero problema resta quello di far capire che questo è un lavoro, ragion per cui lavoro prettamente con i privati, su commissione”.

Vicino al circolo Marea, nel capoluogo, nel suo viaggio tutto italiano ha cercato – e si è avvicinato – a circoli simili, fondazioni dedite all’Urban art. “Con il Covid mi sono dovuto rimacinare, ho fatto un’operazione interessante: nel mio piccolo, ho messo in vendita un’opera da me realizzata per dare il ricavato alla Misericordia – ha raccontato l’artista salernitano – Il covid, per me, è stato un percorso molto interessante perché mi ha fatto riflettere su questioni che, generalmente, sfuggono e mi ha permesso di concentrarmi su cause essenziali”. Proprio nel periodo del primo lockdown si è dedicato alla ceramica, con la realizzazione di “Sticky”, “che significa in fissa per qualcosa”, ha spiegato ancora Nutty Trapanig che ha dato vita ad una vera e propria serie in ceramica. “Riflettevo su come noi stessimo diventando demoni, siamo noi i nostri demoni e ho pensato di associare la tradizione dei demoni giapponesi in rapporto alla mia cultura”, ha raccontato ancora il giovane artista urbano dedito all’arte urbana. Così, con l’Hyakume unisce il “Graffitismo occidentale” ed il “Giapponismo figurativo”; in sostanza, demoni in era moderna. Tra i lavori, la raffigurazione di Dio: “sono partito da questa riflessione, Dio è a nostra immagine e somiglianza e io l’ho immagino con una visione totalmente personale, la mia non è una forzatura”, ha raccontato l’artista. Ed è proprio da queste opere che nasce il progetto di Nutty Trapanig: una serie di installazioni, di circa 4 metri di altezza, che sarà collocata in un bosco nei pressi del Tanagro grazie ad un’azienda, Campo Base, che si occupa di trekking che ha intenzione di realizzare un percorso artistico proprio in un polmone verde del Tanagro. Nuty Trapanig, ad oggi ha attirato l’attenzione di molti esperti d’arte, come Alfonso Amendola è professore di Sociologia dei processi culturali e Internet Studies presso l’Ateneo di Salerno, si occupa principalmente di consumi di massa, culture d’avanguardie e innovazioni digitali che ha proposito dei suoi lavori li ha definiti “da sempre calibrato attraverso una militanza nello stratificato mondo dei graffiti sempre caratterizzato da una rigorosa componente esplorativa, narrativa ed in continua ricerca di nuove location. Infatti, è fortemente emblematico e significativo che questa mostra di Trapanig si svolga in uno spazio di progettazione architettonica. Perché oggi più che mai è proprio l’architettura (ed i suoi spazi di progettazione) ad intercettare frammenti, sedimenti, dispositivi, sommovimenti sperimentali della nostra contemporaneità. Una contemporaneità dai cento occhi e intimamente invasiva come Trapanig ci racconta”. Ora, l’azienda è alla ricerca della giusta collocazione e, a breve, il percorso artistico sarà realtà. Un progetto unico nel suo genere, tanto a livello locale quanto regionale e nazionale.