di Monica De Santis
“Inverno demografico” così Papa Francesco ha parlato del calo delle nascite in Italia, definendolo una tragedia per la nostra Nazione. Il deficit di “sostituzione naturale” tra nati e morti nel 2020 raggiunge in Italia -335 mila unità, valore inferiore, dall’Unità d’Italia, solo a quello record del 1918 (-648 mila), quando l’epidemia di “spagnola” contribuì a determinare quasi la metà degli 1,3 milioni di decessi registrati in quell’anno. Il nuovo record minimo delle nascite (405 mila) e l’elevato numero di decessi (740 mila) aggravano la dinamica naturale negativa che caratterizza il nostro Paese. I dati sono relativi al 2020, e sono stati resi noti dall’Istat nella nota sull’andamento demografico. Il deficit di nascite rispetto ai decessi è tutto dovuto alla popolazione di cittadinanza italiana (-386 mila), mentre per la popolazione straniera il saldo naturale resta ampiamente positivo (+50.584). “A Salerno città, stando ai dati Istat si registra un divario tra i decessi e le nascite di circa 1000 unità” spiega Giorgio Colarieti, ginecologo esperto in fertilità. “Il problema del calo della natalità non riguarda solo Salerno o l’Italia, ma è un problema mondiale. Certo è – prosegue Colarieti – che negli altri Stati si cerca di trovare soluzioni al problema, cercando di offrire il maggior numero di servizi possibili per i genitori. Invece in Italia quest’attenzione manca. Ed a Salerno, ed anche in molte altre parti del Sud, ancor di più”. Tra le cause del calo delle nascite spiega il dottor Colarieti anche… “L’età in cui le donne hanno il primo figlio. Prima ci si sposa presto e le coppie avevano tutto il tempo per avere 2 o tre figli. Oggi invece il primo figlio lo si ha solitamente dopo i 30 anni ed anche oltre e questo incide molto sulla scelta di avere un secondo figlio”. Il dottor Colarieti, poi si sofferma ad affrontare altre tematiche a lui molto care, ma care anche a tante coppie che provano ad avere un figlio. L’infertilità tocca il 15% della popolazione mondiale… “Quello che manca a Salerno è un centro per la fertilità. Da anni se ne parla. I lavori presso l’ospedale per la realizzazione della struttura al San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona sono iniziati ma non si sa quando saranno conclusi. E poi dopo di questo, bisognerà provvedere all’allestimento e all’assunzione del personale idoneo. La mancanza di questa struttura è davvero un problema perchè alla fine molte coppie sono costrette a rivolgersi a strutture private. E chi però non ha la possibilità economica ovviamente rinuncia. Attualmente abbiamo solo due strutture pubbliche simili, una a Vallo della Lucania ed una ad Avellino. Altra mancanza importante è la preservazione della fertilità per i malati oncologici. Qui non siamo attrezzati. E per poterlo fare bisogna andare ad Avellino, ma tra cure, trattamenti ed altri problemi, a volte un paziente rinuncia, rinunciando così anche ad avere in futuro un figlio”. Colarieti spiega che l’apertura del centro per la fertilità all’ospedale di Salerno, così come l’attivazione del servizio di preservazione della fertilità, potrebbe aiutare molte coppie e dunque aumentare il numero di nascite in città… “Ovviamente non sarebbe una soluzione al problema, non è questa la causa del calo della natalità, ma sicuramente l’apertura di questo centro sarebbe di grande aiuto per le coppie”.