di Enzo Sica
SALERNO – «Un grande in bocca al lupo a Pippo per questa sua nuova avventura sulla panchina della Salernitana. Adesso tocca a lui dare quelle belle soddisfazioni ai tifosi della Salernitana il cui ricordo, dopo 23 anni dalla mia ultima apparizione in panchina, mi rimarrà sempre nel cuore. Nessun giro di parole, mi creda, ma solo tanto affetto».
Queste le prime parole di Gigi Cagni, ormai ex allenatore di calcio visto che a 73 anni ha deciso di ritirarsi dall’attività sportiva «per stare vicino alla famiglia, dice». Oggi il bresciano (ben 485 presenze in B con questo record che nessuno ha ancora battuto) vive a Chiavari da oltre un ventennio. E confessa «mi creda, sembra di stare sulla vostra splendida costiera Amalfitana tanto è bello qui» con orgoglio.
Non si stupisce della nostra telefonata visto che è stato colui che ha allenato, tra i primi, Filippo Inzaghi quando iniziava il suo grande percorso calcistico da Piacenza prima di sedersi, poi, su panchine importanti prima di arrivare da qualche giorno a Salerno.
Subito una domanda a bruciapelo: mister Cagni: come vede Pippo Inzaghi sulla panchina della Salernitana?
«Premetto che quando viene esonerato qualche tecnico, in questo caso Paulo Sousa, mi dispiace eccome visto che tante volte quando ero ancora in attività è capitato anche a me. Devo dire, comunque, che appena ho appreso la notizia della chiamata della Salernitana sono rimasto molto felice. Pippo ha una carica agonistica eccezionale, ci mette l’anima e la passione in quello che fa , nel suo lavoro. Credo comunque che il presidente Iervolino abbia fatto una buona scelta».
Si è sentito con lui in questi giorni prima che la Salernitana lo chiamasse?
«Per la verità gli ho inviato un messaggio qualche giorno dopo dicendogli che è arrivato in una delle città più belle nella quale ho vissuto bene augurandogli di arrivare al traguardo finale che gli ha chiesto la società cioè di salvare la squadra».
Pensa che non avendo iniziato il campionato come ha fatto finora con altre squadre ma accettando l’incarico da una squadra in corsa possa procurargli qualche intoppo nel suo lavoro?
«Certamente no. Lui è un tipo che è stato sempre se stesso in qualunque posto abbia allenato. Ha sempre dato il massimo dall’inizio alla fine e poi quando sei a Salerno non puoi fare altro che bene. E sono sicuro che ci riuscirà»
Lei si trovò in difficoltà quando arrivo a Salerno nel lontano 1999 per allenare i granata?
«Assolutamente no. Le confesso una cosa: Allenavo per la prima volta al sud, in Campania li da voi. Ho trovato una città bellissima, ordinata, pulitissima ed un tifo che mi ha sempre stupito nel corso delle nostre partite interne all’Arechi con quella curva sud che è uno spettacolo»
Inzaghi troverà la stessa situazione, dice lei, ma devono arrivare i risultati che finora non si sono visto e la squadra in otto partite ha solo tre punti con una difesa che ha incassato ben 17 gol. Ecco lei che è stato un difensore di grande qualità quale pensa possa essere l’antidoto?.
«E’ chiaro che Inzaghi, come lo conosco io, non si fermerà mai di fronte a nulla. E sulla difesa posso dire che troverà e proverà tutte le soluzioni possibili ed immaginabili perchè se dovrà difendersi lo farà anche a scapito del gioco, se necessario. Insomma avrà quel coraggio che i tifosi della Salernitana si aspettano. Lui, è un sanguigno, un passionale come dicevo e non deluderà la piazza. Deve iniziare bene e glielo auguro con tutto il cuore alla ripresa del campionato tra una settimana»
Ma si troverà subito di fronte due incontri da non prendere sotto gamba come il Cagliari di Ranieri, che è anche suo amico, all’Arechi e il Genoa a Marassi
«Certo chi ben inizia…si diceva una volta. Ed è quello che spero faccia. La squadra ha, come dicevo, bisogno di una scrollata che contagerà tutto l’ambiente, ne sono certo. Le capacità ed anche le individualità di questa squadra che lui ha preso in corsa ci sono tutte. Tenga presente che certamente conoscendolo avrà visto le partite precedenti più di una volta. Dunque secondo me, per come è lui, non avrà problemi anche se nel calcio può sempre succedere di tutto»
Vivendo a Chiavari, in Liguria, dunque andrà a vedere la partita di venerdì 27 ottobre a Marassi contro il Genoa quando arriverà la Salernitana?
«No, la vedrò in televisione la partita. Veda, non vado più allo stadio da anni anche se ho allenato sia il Genoa che la Sampdoria ma i tifosi di entrambe le squadre mi ricordano sempre, credo, con affetto».
L’impresa di Inzaghi per salvare la Salernitana le sembra ardua?
«I campionati non si sono mai decisi dopo otto o nove giornate. Il ritardo in classifica dei granata è tranquillamente colmabile. Ed è arrivato a Salerno Pippo, un allenatore che si porta dietro i consigli di tanti colleghi tecnici, oltre a me soprattutto quelli di Carlo Ancelotti che è stato ed è un maestro. La precedente gestione tecnica non era stata soddisfacente ed ha portato a questo cambio. La strada è ancora lunga e tutto si deciderà a sei, sette giornate dalla fine della stagione. Non dimentico quello che fece la vostra Salernitana due anni fa con Davide Nicola in panchina quando si salvò pur avendo un notevole ritardo. Dunque bisogna solo avere fede in Pippo e credere che questa sua missione si concluderà con l’auspicata salvezza»