di Jacopo Tafuri
Il Colonnello della Guardia di Finanza Gerardo Severino, esempio d impegno ed abnegazione al lavoro il prossimo 31 dicembre, per scadenza del mandato Ministeriale, è costretto a lasciare la Direzione del Museo Storico della Guardia di Finanza, dopo essere transitato, per raggiunti limiti di età, nell’Ausiliaria, alla fine dei suoi quasi quarantuno anni di onorato servizio.
Vogliamo fare onore ad un militare che può essere portato, senza ombra di dubbio, ad esempio delle future generazioni di uomini delle Fiamme Gialle che, ci auguriamo, a lui vorranno ispirarsi, consci dello spirito di sacrificio, tenacia, serietà, onestà, preparazione, che l’ufficiale ha sempre dimostrato.
Il Colonnello in tenuta grigia nasce il 26 ottobre nel 1961 a Castellabate e, ancora non ventenne, spinto dal suo carattere forte e deciso, affascinato da quel “Neanche Spezzata Retrocede” riportato in latino (“Nec Recisa Recedit”) nello stemma del corpo che sceglierà di servire, si arruola partendo per la scuola di formazione militare della Guardia di Finanza a Predazzo (Trentino Alto Adige).
Inizia la sua lunga e invidiabile carriera da Finanziere semplice, si distingue ed eccelle a tal punto da essere chiamato alle dirette dipendenze del Giudice Giovanni Falcone, in una città, Palermo, non certamente meta agognata da chi non ha le giuste caratteristiche di coraggio ed incorruttibilità che gli permisero di ottenere il prestigioso incarico.
Trasferito a Roma, continua a distinguersi tanto che, nel 2003, ottiene la promozione ad Ufficiale per “meriti eccezionali”.
Gli impegni operativi lo vedono protagonista in ambito nazionale ed internazionale tanto da essere insignito, nel 2010, del premio “Joe Petrosino” (istituito in ricordo del poliziotto Italiano Giuseppe Petrosino naturalizzato americano, considerato l’ideatore delle tecniche di lotta al crimine organizzato).
Nel 2013 il Capo dello Stato gli conferisce il titolo di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Nel 2014, è stato nominato Consulente Storico nell’ambito della causa di beatificazione di Don Giuseppe Gabana, già Cappellano Militare della Legione di Finanza di Trieste.
Nel 2015 è stato insignito del XI Premio Nazionale “Renato B. Fabrizi” (noto antifascista marchigiano definito “il padre della Resistenza osimana”) da parte dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia.
Cittadino onorario di diversi Comuni che hanno valutato e riconosciuto il suo lavoro quale capo di un apposito “Nucleo di Ricerca Storica”, relativamente a tanti, ed altrimenti sconosciuti, eroi delle Fiamme Gialle.
Lo stesso “Nucleo di Ricerca Storica” da lui presieduto permetterà, al corpo della Guardia di Finanza, di poter ottenere varie Medaglie d’Oro al Merito Civile concesse alla Bandiera di Guerra, otto Medaglie d’Oro al Merito Civile individuali ed otto Medaglie di “Giusti fra le Nazioni”, concesse alla memoria di Finanzieri loro familiari e collaboratori distintisi per azioni a favore di ebrei o perseguitati dal nazifascismo.
I suoi studi e le sue approfondite ricerche storiche gli permettono di proporre il conferimento, alla città natale, della Medaglia di Bronzo al Merito Civile della Repubblica e per quella d’Oro di prima classe della Croce Rossa Italiana, per l’ospitalità ai profughi offerta, dal Comune di Castellabate, dopo lo sbarco delle forze alleate a Salerno (operazione Avalanche).
Tra il 1989 ed il 2022, instancabile, scrive centinaia di libri, saggi e articoli pubblicati (parla di lui anche il noto conduttore televisivo Ezio Greggio durante una puntata della trasmissione Striscia La Notizia, pubblicizzando un suo libro con prefazione di Liliana Segre).
Il suo lavoro di minuziosa ed instancabile ricerca farà si che venga nominato Direttore del Museo storico della Guardia di Finanza.
Ci crucciamo di non poter annoverare, tra i tanti riconoscimenti ottenuti dal brillante Colonnello Severino, la cittadinanza onoraria del Comune di Castellabate, che avrebbe potuto tranquillamente conferire tale onorificenza a chi si è prodigato per il Comune Cilentano o, considerato che si tratta di un titolo onorifico rivolto a chi ha prodotto pubblicazioni ed opere o ha ottenuto risultati degni di nota in un particolare ambito, una Laurea Honoris Causa perché no, dall’Università degli Studi di Salerno.
Nella speranza che un giusto premio, anche se tardivo, possa riconoscere l’operato di un uomo che ha saputo dimostrare con i fatti l’amore per la sua terra, salutiamo il Colonnello Gerardo Severino ringraziandolo per il suo disinteressato impegno ricordandogli, non senza amarezza, la nota locuzione latina “nemo propheta in patria” che, prima di lui, hanno potuto sperimentare altre personalità di questa terra tanto bella ed amata dai Romani, la “Campania Felix”, quanto ingrata verso i suoi figli.