Aldo Primicerio
L’11 luglio scorso si è celebrata la Giornata Internazionale dell’Onu su Srebrenica. Ricordate? Per commemorare il genocidio del 1995 in cui furono uccise almeno 8.372 persone, sfollate migliaia, e distrutte intere comunità. Furono le forze militari serbo-bosniache comandate dal generale Ratko Mladić, il volgare criminale di guerra poi condannato ed incarcerato. Nell’area dichiarata dalle Nazioni Unite zona protetta vi stazionava un contingente olandese di caschi blu dell’UnProfor. Frenato da consegne inadeguate, il contingente olandese non intervenne. Il genocidio si consumò quindi sotto gli occhi dell’Onu e, perciò, del Mondo. Trent’anni dopo sotto i nostri occhi, afferma Amnesty International, sta accadendo ancora. Nella Striscia di Gaza. Ed anche qui sotto gli occhi di tutti, da Trump a Putin, da Nethaniau a Macron e Starmer, da Orban a Erdogan fino a Meloni. Tutti a chiedere, incontrarsi, promuovere, pretendere, reclamare. Ma solo a parole, a chiacchiere tra polli e galline. Perché a Gaza stiamo assistendo alla distruzione sistematica d’una intera popolazione. Persone uccise dalle bombe, affamate, private di ogni possibilità di salvezza. Intere famiglie cancellate.
Tutti questi presunti leader, da Trump a Meloni, dovrebbero vergognarsi. Governanti di un mondo sgretolato
Per l’inettitudine, per l’assenza totale di idee, di proposte e di azioni vere. Qualcuno pensa che stiamo difendendo il popolo palestinese contro il genocidio perpetrato dagli israeliani? Qualcuno pensa che siamo quindi dei volgari antisemiti? E chi può pensarlo? Solo chi è un autentico idiota. E tra questi leader sopracitati, gli idioti sono facilmente individuabili. Ed allora Gaza? E’ una nuova Srebrenica moltiplicata per dieci. Le Nazioni Unite? Ci dispiace scriverlo, ma è ormai un fantasma, una istituzione debole e inadeguata, incapace di dire la sua, impotente persino nel decidere se inviare una forza di interposizione come il mondo si sarebbe aspettato. Ma di quale mondo parliamo? Non certo quello della canzone che Jimmy Fontana cantava negli anni 60, il mondo simbolo della totalità pienamente realizzata per la sua rotonda perfezione, il mondo che non si ferma mai un momento , che gira con gli amori appena nati e con gli amori già finiti. Possiamo spedere qualche riga per ricordare che erano gli anni di Gianni Morandi, Rita Pavone, Little Tony, Bobby Solo, Gigliola Cinquetti e Patty Pravo?.Ma anche quelli di Gian Maria Volonté, Walter Chiari, Franco Nero? Ed anche di Tino scotti, Lara Saint Paul, Louis Armstromg, Johnny Dorelli? E poi dei Camaleonti, i Nomadi, Raoul Casaei, e Valentina Terskova la prima donna nello spazio? E la lista sarebbe lunghissima. Giganti, rispetto ai molti microbi di oggi. Come era bello quel mondo degli anni ’60. Siamo orgogliosi di averlo vissuto. E il mondo di oggi? Diviso, sgretolato in mille pezzi, frammentato da differenze, incomprensioni, conflitti. Un mondo irriconoscibile, che da un momento all’altro rischia di polverizzarsi, di ridurre in cenere tutto quello che vi palpita. Eppure un mondo bellissimo, nonostante tutto.
E dopo Gaza, i giornalisti. Con l’Europa che si prepara a condannare l’Italia sullo Stato di Diritto. E’ l’Italia alla rovescia
La Relazione Europea sullo Stato di Diritto, che affronta anche i temi relativi alla libertà dei media, ha confermato un giudizio negativo sull’Italia. Rispetto al 2024 – scrive il giornalista ex-Rai Beppe Giulietti – non si sono registrati miglioramenti, e il governo non ha accolto alcuna delle raccomandazioni rivolte all’Italia. Non sono state adottare norme per tutelare il segreto professionale dei giornalisti e la riservatezza sulle fonti. Anzi sono aumentate le minacce, i pedinamenti, sino al clamoroso caso degli spiati da Paragon e del testardo rifiuto a rendere pubblici i nominativi, un elenco saldamente rinchiuso nei cassetti dell’attuale esecutivo. Ricordate Paragon? E’ la società israeliana produttrice di Graphite, – il software di sorveglianza in grado di penetrare negli smartphone anche se criptati – accusata di avere spiato Luca Casarini, fondatore della Ong Saving Humans, e Francesco Cancellato direttore di Fanpage. “Spiate” non disposte dalla magistratura come avviene per i sospetti criminali, ma dai servizi segreti. Molti media, tra cui il Guardian, ritengono che abbia lavorato per Trump. Altri pensano che la sua attività sia stata coperta anche dal governo Meloni, che aveva stipulato un contratto, poi rescisso con la società israeliana, perché il Governo si rifiutò di conoscere chi e contro chi avesse utilizzato il software. E ci si chiede: perché il Governo si rifiutò di saperlo? Secondo Giulietti, perché forse perché i Servizi segreti italiani spiavano anche i giornalisti, come accadeva nella Germania dell’Est? Non si può entrare nel merito, limitandoci a citare chi ne ha scritto, perché tutto resta sepolto sotto una spessa coltre di misteri. E La Commissione europea – prosegue Giulietti, giornalista Rai ed ex-presidente della federazione della stampa italiana – aveva chiesto nuove norme sulla diffamazione, mentre il governo Meloni ha agito alla rovescia, conquistando il record europeo in materia di querele-bavaglio scagliate contro giornali, giornalisti, scrittori, disegnatori, storici, ed intere trasmissioni a cominciare, lo sappiamo tutti, da Report. La Relazione della Commissione Ue sullo Stato di Diritto assegna la maglia nera all’Italia, seconda solo dopo l’Ungheria. Complimenti signora Presidente. Questo è il Bel Paese.
E dopo Gaza ed i giornalisti. il caso Almasri, con la richiesta dalle opposizioni di dimissioni del ministro Nordio, accusato di essere un bugiardo. E’ l’Italia alla rovescia
Sul generale libico – arrestato su ordine della Corte Penale Internazionale per crimini contro l’umanità e poi frettolosamente rilasciato e rimpatriato con un volo pagato con i soldi dei contribuenti italiani – Nordio avrebbe mentito. E sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta del Tribunale dei Ministri, che ha indagato su Nordio, sul presidente del consiglio Meloni, sul ministro dell’Interno Piantedosi e sul sottosegretario Mantovano. L’istruttoria è completata. Ed il Tribunale ha da poco autorizzato la visione degli atti. Dalle mail interne – scrive Il Fatto – risulta che il capo gabinetto di Nordio, Giusi Bartolozzi, fosse a completa conoscenza della vicenda già dal giorno dell’arresto, domenica 19 gennaio, e avesse chiesto ai dirigenti del ministero di parlare della questione sulla piattaforma criptata Signal, evitando il protocollo ufficiale. Il ministro Nordio ha invece detto in Parlamento di aver ricevuto gli atti solo il giorno successivo, lunedì 20. La circostanza è decisiva perché Nordio ha sostenuto di non essere stato informato tempestivamente e in modo completo delle accuse a carico di Almasri, e per questo di non aver potuto chiedere la convalida dell’arresto o l’applicazione di una misura cautelare al giudice competente. L’atto che avrebbe consentito di tenere dentro il generale era già stato preparato dagli uffici del dipartimento Affari di Giustizia, guidato dal magistrato Luigi Birritteri, che si è dimesso dopo la vicenda. Ma perché si è dimesso? Perché Nordio ha scelto di non firmarlo, consentendo la scarcerazione? L’ennesima stupidata di un ex- grande Pm, dopo l’abolizione del reato di abuso d’ufficio e la inutile separazione delle funzioni dei magistrati. Questo è il Bel Paese.
Un cacciatore, difensore del diritto alla caccia, alla presidenza di un Parco. E’ l’Italia alla rovescia
L’ultima citazione la riserviamo al caso Alessio Abbinante, Fratelli d’Italia, nuovo presidente del Parco del Po piemontese. E fin qui nulla di strano. Poi Il Fatto scava. E scopre che l’avv. Abbinante è presidente regionale dell’Anuu, un’associazione venatoria che difende il diritto alla caccia degli uccelli migratori. Insomma un cacciatore presidente di un’area protetta. L’ennesima scelta incredibile di questo governao Meloni. Si ripete il caso scandaloso di Francesco Lollobrigida, un cacciatore incallito figlio di cacciatori agguerriti, che firma il famigerato decreto di riforma della caccia, liberalizzandola di giorno e di notte, e dovunque, persino nelle aree protette. Giudicate voi se quella di oggi non è un’Italia alla rovescia. Un’Italia da raddrizzare. Il come e con chi non è ancora chiaro. Ma ls speranza è l’ultima a morire.





