Brigida Vicinanza
Ancora dubbi sulla Chiesa del Galiziano e sul progetto approvato mercoledì in Consiglio comunale. Le firme al di sotto della petizione contro il complesso che dovrà sorgere all’interno del Parco del Galiziano, sono arrivate quasi a 1000. Tra i firmatari non solo l’ex presidente della Corte d’Appello Claudio Tringali, ma anche l’ex presidente del Consiglio comunale di Salerno Antonio Guariglia che con l’allora sindaco De Biase “spinse” per il progetto di don Luigi Zoccola. Ed è proprio quel progetto che in realtà residenti e fedeli vorrebbero al posto di questo nuovo. Ma ancor di più, Guariglia pone l’accento sulla questione economica del progetto. Il finanziamento della Cei dovrebbe ricoprire non proprio tutta la cifra infatti e i dubbi crescono a dismisura: «Se il tutto dovrebbe costare tra i 3 o 4 milioni di euro e la conferenza episcopale copre ad esempio solo l’80% del costo, la restante cifra che sarà comunque cospicua da chi dovrà essere pagata? – ha sottolineato Guariglia – non c’è il computo metrico, come non esiste un progetto effettivo. Al vaglio dei consiglieri comunali è passato infatti un progetto che non è esecutivo. L’arcidiocesi dovrebbe farsi rilasciare un documento scritto dalla Cei che vale come impegno per la somma da spendere altrimenti si rischia di lasciare la parrocchia a metà e questo ancora di più non lo consentiremo – ha spiegato l’ex presidente del Consiglio comunale – evidentemente però c’è stata una pressione da parte dell’amministrazione comunale affinchè il progetto venisse approvato. Adesso però il Comune per legge dovrebbe rifare la delibera e annullare la precedente che “donava” l’area dopo la presentazione di quel progetto, che era meno della metà di questo. Dopo 12 anni la proprietà passa alla Chiesa, ma non è detto che possa farci un progetto diverso da quello che fu presentato. Anche perchè questo nuovo comporta una serie di problemi». Poi Guariglia ha concluso: «Il parrocco ha rinunciato a quel progetto di don Luigi, allora adesso il Comune dovrebbe rimodulare il tutto e fare una nuova concessione. A cosa serve fare questa cattedrale nel deserto che a quanto pare tra i residenti nessuno vuole (o almeno non così grande) in quanto ci sono già altre chiese nel quartiere?». Insomma, un caso che è destinato a far discutere per altro tempo ancora, in quanto si pensa già ad impugnare la delibera approvata in Consiglio.