«L’annuncio della chiusura dello stabilimento di Prysmian a Battipaglia rappresenta un campanello d’allarme che non possiamo permetterci di ignorare». Inizia così l’intervento dell’eurodeputata Isabella Adinolfi, parlamentare di Forza Italia ed iscritta al Partito Popolare Europeo.
Il pensiero è ovviamente alla Fos battipagliese ormai prossimo alla chiusura per causa della quale rischiano di perdere il proprio posto di lavoro ben trecento operai indiretti, una vertenza che ne mette a repentaglio altri trecento dell’indotto. Una situazione che spinge la parlamentare ad interrogare la Commissione Europea sulle misure che intende adottare per dare sostegno alle imprese e a i lavoratori colpiti dalla chiusura di stabilimenti produttivi vitali per l’innovazione tecnologica e l’occupazione in Italia e nell’intera Unione Europea. Inoltre, si chiede come intenda affrontare la concorrenza sleale da parte dei paesi extraeuropei che minaccia l’industria europea e quali iniziative sono in corso per mitigare l’impatto dei costi energetici sulle industrie europee ad alta intensità energetica.
«Si tratta di una problematica che riflette le difficoltà incontrate da numerose imprese nel nostro territorio, dovute non solo agli elevati costi energetici ma anche ad una concorrenza internazionale spesso sleale – dice – questa situazione mette a rischio l’occupazione di centinaia di lavoratori e mina il tessuto dell’innovazione tecnologica che è cruciale per il nostro futuro economico. Di fronte a questo scenario, è fondamentale che l’Europa si muova in maniera coesa e determinata per offrire sostegno tangibile alle nostre industrie, proteggendo allo stesso tempo i livelli occupazionali e promuovendo una concorrenza leale a livello globale. È in gioco la resilienza del nostro sistema industriale, così come la capacità dell’Europa di mantenere la propria leadership nell’innovazione tecnologica. La Campania, e il sud in generale, non possono essere lasciati soli a fronteggiare queste sfide».
Nei giorni scorsi, a Roma, presso il ministero del Made in Italy, c’è stato l’ennesimo vertice tra proprietà, governo e sindacati. La fumata, manco a dirlo, è stata nera dato che all’orizzonte non si concretizza ancora un nuovo compratore ma se ne vedono soltanto le ombre ancora troppo lontane. Si concretizza anche la possibilità di un acquirente italiano che continuerebbe con l’attuale produzione, il che potrebbe essere la soluzione migliore per i lavoratori, preoccupati anche per il futuro della fabbrica nel caso di una nuova proprietà che voglia cambiarla. I prossimi giorni, in ogni caso, saranno fondamentali dato che gli animi sono ormai fin troppo caldi e non si escludono nuove forti iniziative da parte dei manifestanti, cosa annunciata durante la mobilitazione del 18 marzo scorso per le strade di Battipaglia.