Forza Italia si spacca: «Nessuna campagna elettorale per aiutare i candidati» - Le Cronache
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Forza Italia si spacca: «Nessuna campagna elettorale per aiutare i candidati»

Forza Italia si spacca: «Nessuna campagna elettorale per aiutare i candidati»

Erika Noschese

Forza Italia rischia di spaccarsi, ancora una volta. A scatenare nuovamente la polemica all’interno del partito è la decisione dei candidati che concorreranno alle politiche del 4 marzo prossimo. I dissidenti, nella mattinata di ieri, hanno espresso il loro dissenso annunciando la loro decisione di non supportare i candidati nella campagna elettorale. Ad aver organizzato l’incontro il senatore uscente Franco Cardiello che esprime il suo dissenso per le scelte di Fasano in quanto, a suo dire, i candidati non appartengono al territorio e non possono in alcun modo rappresentarlo. L’ormai ex senatore non solo si scaglia contro il coordinatore provinciale degli azzurri ma non le manda a dire a Marzia Ferraioli che, nel collegio di Agropoli per un posto alla Camera dei Deputati dovrà fare i conti con l’ex sindaco Franco Alfieri. Non mancano gli attacchi diretti a Lello Ciccone («Prima di approdare in Fi ha cambiato sei partiti») e Costabile Spinelli ( «ha aderito al partito solo poco prima della candidatura. È probabile non sia neanche tesse- rato»). Per il Senato, la situazione non sembra essere poi tanto differente: «Non c’è alcun candidato di Salerno, abbiamo Luigi Cesaro (balzato agli onori della cronaca per la vicenda del voto di cambio su cui sta indagando la Procura di Napoli ndr)», ha detto ancora l’ex senatore. Dello stesso avviso anche Gaetano Amatruda che ha annunciato l’intenzione di limitarsi ad un contributo personale per le politiche 2018: «Non è la conferenza degli esclusi questa noi volevamo solo proporre un metodo. Il partito è diventata una macchina da scrivere ed è impossibile salvare qualcosa da questa esperienza che tradisce lo spirito di Berlusconi perché non ha rispetto dei territori», ha detto ancora Amatruda, puntando poi il dito contro Mara Carfagna che si sarebbe dovuta candidare a Salerno perché «era opportuno avere il nostro leader in città contro Minniti per contrastare il sistema di governo. Enzo (Fasano ndr) ha giocato la sua partita personale ed io non credo che un coordinatore possa farlo».Un pensiero, questo, che trova d’accordo anche Damiano Cardiello, il consigliere comunale di Capaccio Giovanni Piano e Domenico Di Giorgio, secondo cui le scelte del coordinatore provinciale e della leader avrebbero umiliato profondamente il territorio salernitano, piazzando personaggi che non rap- presenterebbero in alcun modo i cittadini. Tra i dissidenti spicca anche il nome di Ernesto Sica, sindaco di Pontecagnano Faiano, la cui candidatura sembrava ormai certa.