di Andrea Pellegrino
Nuovo stop per le Fonderie Pisano. La Regione Campania ha nuovamente sospeso l’autorizzazione integrata ambientale (Aia) allo stabilimento per «reiterate violazioni» rispetto alle precedenti prescrizioni imposte dal settore ambiente regionale e provocano: «situazioni di pericolo e danno per l’ambiente e la salute pubblica». Chiude, dunque, nuovamente lo stabilimento di via Dei Greci che ora avrà sessanta giorni per «rimuovere completamente la permanenza delle gravi criticità evidenziate nella relazione ispettiva finale del dipartimento dell’Arpac di Salerno». Entro quindici giorni, i Pisano, invece, potranno presentare eventuali memorie. E’ il secondo provvedimento di sospensione emesso dal dirigente regionale Antonello Barretta: al terzo potrebbe scattare definitivamente la revoca dell’Aia. Inoltre quanto all’autorizzazione integrata ambientale in possesso alla Fonderie, questa è già oggetto di riesame sempre da parte della Regione Campania.
Ma stando all’ultimo provvedimento regionale firmato il 27 aprile (ed inviato anche all’attenzione del Procuratore della Repubblica Corrado Lembo), questo segue la relazione trasmessa dall’Arpac che ha evidenziato, tra l’altro, la gestione illecita dei rifiuti prodotto (in quanto utilizzati rifiuti costituiti da forme e anime di fonderie); la non conformità del deposito temporaneo dei rifiuti; la presenza di idrocarburi negli scarichi che avvengono nel fiume Irno, inoltre in una zona sottoposta a vincolo perché ricadente nel Parco Urbano dell’Irno classificato come «area naturale protetta Sic – Zps». Ancora tra le criticità evidenziate c’è il superamento dei limiti della portata dei camini e l’insufficienza dei sistemi di captazione per la completa aspirazione delle polveri diffuse generate nel ciclo di lavorazione della fonderie, tali – si legge – «da non garantire la certezza della salvaguardia dell’ambiente esterno, in quanto accumulandosi le polveri all’interno degli ambienti di lavoro, possono fuoriuscire nelle fasi di trasporto di materiali dall’esterno all’interno».
La relazione dell’Arpac di Salerno ed il provvedimento della Regione Campania sono stati inviati anche al Comune di Salerno. «La nostra unica preoccupazione – ha detto l’assessore comunale all’ambiente Gerardo Calabrese – è sempre stata la salute. Noi in passato ci siamo costituiti anche parte civile nei procedimenti. Da tempo, comunque, stiamo lavorando alla delocalizzazione. Il Comune di Salerno già nel gennaio 2007, quando approvammo il Puc, aveva previsto una norma proprio tesa a favorire la delocalizzazione dello stabilimento, riconoscendo un indice di edificabilità più elevato del comparto in cui è inserito».