di Marta Naddei
Rame, zinco, cadmio. Sono solo alcuni dei tredici metalli pesanti di cui si cerca eventuale traccia nel sangue dei cittadini delle zone di Fratte e della Valle dell’Irno. Sono partiti nella giornata di lunedì i primi esami clinici cui hanno deciso di sottoporsi volontariamente alcuni residenti delle aree interessate dalle attività delle Fonderie Pisano: già circa una decina di persone ha deciso di rivolgersi al service messo a disposizione su iniziativa dell’Isde per i prelievi del sangue al fine di effettuare accertamenti atti a scovare eventuali presenze di metalli pesanti nell’organismo delle persone. Si tratta di esami assolutamente volontari a cui i residenti della zona hanno deciso di sottoporsi, pagandoli di tasca propria (seppur con agevolazioni ottenute tramite una convenzione): si procederà a scaglioni fino ad ottenere dei dati utili e completi che potranno dire se effettivamente nel sangue di chi vive nelle zone vicine alle Fonderie c’è traccia di elementi dannosi per la salute e se questi ultimi possono effettivamente essere ricondotti alle attività del vecchio opificio della famiglia Pisano. Si tratta comunque di analisi piuttosto complesse ed i risultati saranno disponibili soltanto entro i prossimi 15-20 giorni. «Abbiamo avviato questa campagna di analisi del sangue – spiega il referente dell’Isde, il dottor Francesco Musumeci – perché intediamo verificare la eventuale sussistenza di tracce di 13 metalli pesanti nel sangue di coloro che – volontariamente – decideranno di sottoporsi a questi esami. Si tratta di una indagine seria e che richiederà tempo e un consistente numero di campioni per poter essere assolutamente certi della presenza di queste sostanze. Gli esiti delle varie analisi, però, non sono immediati dal momento che si cercano tracce di ben 13 metalli pesanti». L’auspicio del dottor Musumeci è che vi sia la più ampia partecipazione da parte della cittadinanza interessata: «In questo senso – spiega – ci auguriamo che la manifestazione del prossimo primo maggio (quella promossa da Rete Ambiente e Salute, ndr) possa aiutarci a sensibilizzare ulteriormente le persone».