Si è tenuta presso l’Auditorium di Villa Rufolo davanti ad un folto pubblico la conferenza stampa aperta indetta dal Segretario Generale della Fondazione Ravello, Secondo Amalfitano, dal Direttore Generale del Ravello Festival, Stefano Valanzuolo, dai Consiglieri di Amministrazione Adriano Bellacosa e Michelangiolo Mansi, e dai membri del Collegio dei Revisori dei conti Pierfrancesco Lupi (presidente) Francesco Tipaldi (componente) per far luce sugli ultimi avvenimenti che hanno interessato il rinnovo della governance dell’organismo che gestisce il Ravello Festival ed il principale monumento della città.
Un incontro che sarebbe dovuto servire a “mettere d’accordo tutti”. “Ma si è preferito non partecipare a un dibattito serio e pacato” ha detto il segretario generale Secondo Amalfitano facendo riferimento all’assenza dei consiglieri comunali di maggioranza che hanno preferito disertare l’incontro dando comunicazione della loro assenza attraverso un manifesto affisso in paese a poche ore dall’inizio dell’incontro. Ad accettare l’invito è stato invece il consigliere di opposizione Salvatore Di Martino, unico rappresentante istituzionale ad aver preso parte alla conferenza stampa aperta. Nel corso dell’incontro pubblico il segretario generale ha ripercorso tutte le ultime vicende che hanno interessato la Fondazione esibendo atti, scambi epistolari e determinazioni. “L’obiettivo è fare chiarezza e tracciare un percorso – ha detto Amalfitano – Non serve a niente e nessuno mettere al muro presunti colpevoli e responsabili perché è un esercizio che complica solo la vita. Guardiamo piuttosto ai protagonisti di questo miracolo che la Fondazione Ravello ha realizzato : sono tantissimi e di tutti i colori politici, tra questi ci sono anche i componenti dell’attuale maggioranza consiliare al Comune di Ravello. Sarebbe perciò opportuno scrivere una nuova pagina di cui Ravello possa essere orgogliosa e fiera perché a rompere l’eccellenza Fondazione non ci vuole nulla. La conclusione che emerge dalla rilettura degli atti è che alcun nuovo presidente è stato mai eletto, e che la procedura di commissariamento trova legittimazione proprio dal vuoto istituzionale creatosi e dalla necessità di poter disporre da subito di un Organo legittimo che non interrompa le numerosa attività in essere, incluso la definizione del Ravello Festival 2015”. A questa annotazione tecnica Amalfitano ha aggiunto che il commissariamento che da qui a qualche giorno sarà perfezionato “consentirà di riportare la serenità e la calma in tutti”. “La storia della Fondazione ci insegna che, tutte le soluzioni ai tanti problemi e ai tanti contrasti che pure ci sono stati, si sono sempre trovate al suo interno ed all’unanimità, giammai sono scaturite da una logica di numeri. La democrazia è altra cosa – ha continuato Amalfitano – ancora peggio sarebbe la logica delle spa applicata alla Fondazione, pur se tale logica ribalterebbe totalmente i numeri, avendo da una parte la Regione ed il Ministero che concorrono al 99% del budget economico, e il Comune e la Provincia al residuo 1%. Sarebbe solo l’altra faccia della stessa medaglia”.
Quanto alle gravi illazioni e offese mosse al Presidente Brunetta, il segretario Generale le ha stigmatizzate e censurate violentemente, definendole “farneticanti” ed “esse stesse sì mafiose”. “Quale sarebbe la colpa di Brunetta? – si è chiesto Amalfitano – aver fatto la questua per portare al festival, il primo anno della sua presidenza 700 mila euro di sponsor? Aver dato il suo contributo di tempo, di energie, di idee, prestato la sua faccia alla Fondazione dal 2004 ad oggi? Aver dichiarato di accettare la richiesta di rinnovare il suo impegno per altri quattro anni avanzatagli all’unanimità da tutti ed in particolare dal Sindaco di Ravello fino al giorno prima del Consiglio? Aver prodotto risultati unanimemente riconosciuti eccezionali?”.
Amalfitano ha concluso dicendo: “La Fondazione in dodici anni ha dimostrato che il progetto è valido ed esclusivo se non unico. La sua forza sta nelle Personalità che per statuto bisogna nominare ai suoi vertici e che l’albo d’oro della Fondazione espone con orgoglio, e che giammai hanno ragionato e deliberato in ragione di numeri o di casacche. Portare al suo interno altre dinamiche, uomini che legittimamente la pensano diversamente, significa stravolgere il progetto e realizzare tutt’altro, passando dalle stelle alla terra. Fra due mesi – ha concluso – inaugureremo la nuova scala che permetterà al mondo ed ai ravellesi per la prima volta di salire sulla terrazza della torre maggiore di Villa Rufolo e che domina il centro storico di Ravello. La storia ci dirà se il mondo da quel terrazzo potrà ammirare un modello unico di gestione e valorizzazione dei beni culturali, o se potrà ammirare semplicemente un centro storico di sicuro ed inestimabile valore, che compete per il primato con centinaia di centri storici sparsi per la meravigliosa Italia”.