Fondazione de Stefano: dubbi sui (tanti) fondi ricevuti - Le Cronache Attualità

di Arturo Calabrese

Il “Sistema Cilento”, quel modus operandi messo in evidenza dall’inchiesta del tribunale di Salerno nella quale è stato arrestato, tra gli altri, l’allora sindaco di Capaccio Paestum e presidente della Provincia di Salerno Franco Alfieri, ha ramificazioni anche nella cultura? Non sta a noi dare una risposta, per quella ci penseranno gli organi inquirenti, ma ciò che sta emergendo in questi giorni pare proprio essere molto vicino a quel modo di amministrare.

La situazione in cui versa l’opera d’arte “La Torre” ad Albanella, e cioè “adagiata” su un lato tra la vegetazione in attesa di ricollocazione, denunciata su queste colonne, ha fatto scatenare un vespaio di polemiche da parte della fondazione Matteo e Claudina de Stefano Ogliastro Cilento. Un’alzata di scudi da vari rappresentanti della realtà fin troppo veemente per uno stato delle cose nel quale erano parte lesa. Doveva, quindi, esserci dell’altro ed infatti accendendo le luci sulla fondazione sono apparse varie zone d’ombra.

In primis, sul sito era assente la sezione dell’amministrazione trasparente sulla quale sono stati pubblicati, dopo i primi articoli, le rendicontazioni relative al 2021, al 2022 e al 2023. Da esse si evince che la fondazione ha incassato oltre 60mila euro in quegli anni avendo ricevuto contributi pubblici, quindi soldi dei cittadini, da parte dell’Unione dei Comuni Paestum Alto Cilento, dal Comune di Capaccio Paestum, dall’Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e dalla Regione Campania.

Per quale scopo non è dato sapere essendo ogni voce giustificata come contributo per un progetto non meglio identificato. Oltre ai soldi dell’Unione, conferiti sotto la presidenza di colui il quale è oggi ai domiciliari per diversi reati e indagato anche per associazione a delinquere, che non risultano in quei documenti c’è dell’altro. Si parla di piccole cifre, ma essendo soldi dei cittadini dovrebbe esserci maggior trasparenza. Angela Riccio, vicepresidente della fondazione, è ideatrice del progetto Pac, percorsi d’arte contemporanea nel Cilento, che prevedeva l’installazione di diverse opere d’arte nei comuni dell’Unione.

Tra essi, “La Torre” da dove tutto è partito. Un’opera è stata donata anche ad Agropoli. Era il settembre del 2023 quando il comune retto dal sindaco Roberto Antonio Mutalipassi, su proposta dello stesso, con delibera di giunta assegna alla fondazione de Stefano, vista la nota a firma di Angela Riccio, 500 euro, un contributo “utile a sostenere le spese di organizzazione del progetto”. Nel rendiconto del 2023, pubblicato sul sito cronologicamente dopo i primi articoli relativi alla questione, questi 500 euro, soldi dei cittadini, non compaiono. Solo nel 2023, nelle casse della fondazione sono entrati ben 48.456 euro.

Come già detto, non è dato sapere per quale motivo se non un non meglio identificato progetto. Ma non è tutto. Alla vicepresidente Angela Riccio è riconducibile un’associazione, la Ergo South con sede a Torchiara, non molto lontana dalla sede dell’Unione. Comuni cilentani hanno conferito a questa associazione dei soldi per lo stesso progetto di cui si sarebbe poi occupata la fondazione de Stefano.

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