Acclamato dai familiari che gli urlavano “bravo “, ieri è finito in manette in un’operazione antiracket, Luigi Cimmino. Era Luigi Cimmino, capo clan della zona Vomero a Napoli, il destinatario dell’agguato che invece vide l’assassinio di Silvia Ruotolo l’11 giugno del 1997. La vittima, uccisa ad appena 39 anni, teneva per mano il figlio Francesco di 5 anni, che era andata a prendere a scuola e mentre tornava a casa sulla salita Arenella, e’ stata raggiunta da una raffica di proiettili, quaranta in tutto. Purtroppo testimone del delitto, oltre al piccolo Francesco, anche l’altra figlia della donna, Alessandra, oggi assessore alle politiche giovanili del Comune di Napoli, all’epoca aveva dieci anni e dal balcone aspettava il rientro della mamma. Cimmino ieri è stato arrestato dai militari della Compagnia Napoli-Vomero eseguendo il provvedimento, emesso dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Dda partenopea, nei confronti del capo clan e di altre 4 persone, ritenute affiliate al clan “‘Cimmino”, gruppo criminale che o per prevalentemente nei quartiere partenopei del Vomero e dell’Arenella. I 5 sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso e tentata estorsione con l’aggravante delle finalita’ mafiose In passato vi sono stati numerosi scontri tra i vari gruppi criminali nati dalla scissione del clan Alfano, in precedenza egemone nell’area collinare di Napoli. Cio’ ha causato una frammentazione degli affiliati che si sono successivamente ricostituiti nel gruppo Cimmino? Caiazzo, retto da Luigi Cimmino e da Antonio Caiazzo, ex fedelissimi del vecchio reggente Giovanni Alfano. A seguito dell’arresto di Antonio Caiazzo, approfittando dell’assenza di rivali sul territorio, con il tempo e la forza dell’intimidazione, il Clan “Cimmino”, si e’ appropriato dell’intero quartiere ‘in’ della citta’, forte di una regia di tipo camorristico che ha il suo fulcro prevalentemente nell’attivita’ estorsiva. Dalle indagini condotte dal Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri Napoli Vomero dal novembre 2013, e’ emerso che il Clan, era dedito soprattutto alle estorsioni nel territorio dell’area collinare, riorganizzatosi in seguito all’arresto di Caiazzo, storico reggente del gruppo “Cimmino-Caiazzo” e facente ormai capo esclusivamente a Luigi Cimmino. “I militari dell’arma – si legge nella nota dell’Aggiunto Borrelli, sono riusciti inoltre a ricostruire una sorta di ‘rito’ con cui le vittime venivano avvicinate da emissari del Clan ed invitate a “mettersi a posto con gli Amici del Vomero “, un copione vecchio che questa volta ha sortito un epilogo diverso. Compreso il modus operandi, si e’ riusciti ad individuare i meccanismi criminali ed i ruoli ricoperti dagli affiliati al Clan, debellandolo nelle sue figure principali”. “Provo profonda vergogna per le grida di incitamento, i ‘bravo’ e gli applausi rivolti a coloro che sono responsabili di una delle pagine più tristi del mio quartiere” ha detto, Alessandra Clemente, assessore alle politiche giovanili del Comune di Napoli, figlia di Silvia Ruotolo, ha commentato l’arresto da parte dei carabinieri del boss Luigi Cimmino, tra gli obiettivi dei sicari che il 17 giugno 1997, a salita Arenella, nel quartiere Vomero della città, uccisero per errore la madre. “Gli applausi vanno rivolti a chi, malgrado le enormi difficoltà – dice ancora Clemente – continua a trasmettere valori di legalità ai propri figli e non valori di morte, indirizzandoli verso lo sport e non verso la camorra”. “Ricordare ciò che è accaduto allora – sottolinea Clemente – ravviva in me un dolore immane ma è incoraggiante sapere che l’impegno delle forze dell’ordine sta consentendo di prevenire certi episodi”;
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