di Anna Villani
Si sono alternati senza sosta, da mattina a sera, nel corso della giornata di ieri i due velivoli aerei impegnati nello spegnimento dei diversi focolai sui monti del parco dei Monti Lattari. Un’area molto vasta. Stavolta i piromani hanno alzato il tiro appiccando circa una ventina e più di fuochi. La cenere generata dalla combustione ha raggiunto pure alcune case della fascia pedemontana angrese fermandosi davanti alle abitazioni. Grumi neri, carboni il giorno prima rami o foglie. Tanti piccoli focolai dal fumo bianco visibili in diversi punti della città di Angri. Fuochi appiccati certamente in modo doloso da qualche manina destinata a rimanere – come sempre – anonima e impunita. La rabbia degli angresi è corsa via social con commenti al vetriolo e la speranza che, chi si è reso responsabile di questi vili gesti possa essere presto identificato e denunciato. Una ferita al cuore della città che conta tra l’altro su una punta nota del trekking locale: il Chianiello. Ben lontano dal luogo interessato dalle fiamme ma che ha fatto temere i più. Piccoli fuochi a distanza ravvicinata che hanno tenuto impegnati un elicottero ed un canadair perfino nelle ore più calde della giornata trascorsa, dalle ore 12 alle 16. Solo poco prima delle 17 la situazione è sembrata rientrare ma il timore che i piromani possano tornare all’attacco è grande. Tanti i fattori che compromettono queste emergenze: il caldo, il vento che soffia improvvisamente spingendo le lingue di fuoco da un ramo all’altro, il periodo di siccità che trasforma foglie verdi in secchi fogliami. Gli ignoti approfittano della mancanza di videocamere, del luogo isolato e raggiungibile solo a piedi. Quale strategia si nasconda dietro a questi incendi non si sa, forse il gusto di vedere lacerata la natura o gustarsi un fuoco acceso quale gesto masochistico. Uno spicchio di polmone verde che dona ossigeno agli angresi e abatesi. L’episodio accaduto mette in evidenza che bisogna lavorare sulla prevenzione e l’aiuto degli stessi cittadini a segnalare prontamente alle autorità locali persone sospette che si aggirano in queste zone con materiali strani. Solo così si potrà salvaguardare un patrimonio ambientale di grande importanza come il parco dei Monti Lattari che conta una propria flora e diversi animali selvatici. Col fuoco tutto va in fumo rendendo difficile l’ambiente al verde e agli animali. Cose che davvero non si possono ammettere per chi ama la natura.