Un vecchio, ma sempre efficace schema calcistico, consiste nello sferrare a inizio gara un attacco in massa sotto la porta avversaria. La difesa degli altri si arrocca sotto la porta, cercando di fare il contropiede. Le riesce, e tutti i suoi attaccanti corrono verso la porta avversaria confidando nel contropiede. E lasciano sguarnita la loro porta. Ma la squadra attaccante lo ha previsto e ha portato già le mezze ali che rilanciano il pallone dove sono rimaste le sue punte senza più difensori della porta. Ed è goal! Il Sindaco Napoli è caduto, si fa per dire, nella trappola dell’opposizione. Dopo che, per la prima volta, dopo molti anni, l’opposizione compatta ha fatto un esposto di natura penale al Procuratore della Repubblica, il Sindaco non ha resistito all’affronto, e, verosimilmente in collera, ha giocato di contropiede volendo zittire la minoranza consiliare con parole tranquillizzanti per i cittadini. Ma è stato un balbettio confuso, un vero e proprio autogoal. Che ha detto Napoli? Tranquilli, è tutto a posto! L’area in questione (Foce Irno) è pubblica, non vi preoccupate! Quanto alle presunte illegittimità denunziate dall’opposizione, continua Napoli, non sono in grado di dirvi niente. Mi informerò dai miei impiegati dell’urbanistica, perché, al momento, non so rispondere. Napoli ha ragione. Lui è solo il Sindaco, mica un impiegato. E che ne sa lui, architetto, dei carteggi impolverati che stanno nelle stanze dell’Ufficio Urbanistica? Eppure, la vendita di beni comunali più grossa che ci sia stata negli anni (12 milioni di euro sonanti già incassati, più quasi tre ancora da incassare con l’area di via Vinciprova) doveva già essere stata dettagliata al malcapitato Sindaco! Che dire? Certo è che tutta la manovra non è avvenuta negli ultimi mesi. Comincia in maniera subdola anni fa, con le strane manovre di cambio di destinazione urbanistica dell’area dell’ex Cementificio. Termina poi con la vendita del primo lotto con atto notarile del febbraio dello scorso anno. E, successivamente, con la vendita del secondo lotto nel luglio, verosimilmente con le stesse modalità del primo lotto. Qual è il punto? E’ stato detto autorevolmente da Michelangelo Russo, e poi da Alfonso Malangone, e adesso dalla denunzia di tutta l’opposizione, che l’area ex Cementificio era sottoposta ad un vincolo di destinazione urbanistica a parcheggio e verde pubblico. Questo in forza di un onere reale (termine che significa che su tutta l’area venduta non si poteva fare altro) stabilito dalla legge n° 730 del 1986. Una legge dello Stato Italiano, non un qualche guazzabuglio dell’Amministrazione di un semplice Comune. Ora, quel vincolo era insuperabile, non solo per dettato di legge Statale, ma anche perché il vincolo era dovuto al fatto che lo Stato ci aveva rimesso i soldi del finanziamento di 26 miliardi in favore di Italcementi. Da cui si dovevano detrarre le somme ricavata da Italcementi dalla vendita dei suoi suoli. Essendo stata venduta l’area al Comune per appena 500 milioni di lire (una bazzecola rispetto al valore dell’area se fosse stata venduta sul mercato libero dell’edilizia), lo Stato ha risparmiato solo 500 milioni sulla somma di 26 miliardi erogata al Cementificio. Così un danno allo Stato e una beffa ai cittadini, privati di parcheggi e verde pubblico. Dicevamo, il punto nevralgico. L’atto notarile. Doveva riportare che sul suolo gravava l’onere reale di destinazione a verde e parcheggio. Ma stranamente il notaio si accontenta della dichiarazione del Comune che sul suolo non esistono vincoli. Una dichiarazione pericolosa! Al notaio non si può mentire, perché si rischia di violare l’art. 483 del Codice Penale. Quando l’atto notarile è nullo per l’esistenza di notizie non vere (in questo caso notizie essenziali!) l’atto è nullo per violazione di norme imperative, quali sono quelle penali. E la nullità può essere fatta valere in giudizio da chiunque vi abbia interesse. Insomma, il guaio è grosso assai. Stupisce adesso il silenzio del Governatore De Luca Vincenzo, che pure è intervenuto già pubblicamente sulla storia. Ma che potrebbe dire? Se il Sindaco Napoli, che è architetto, ne sa poco, lui che è laureato in filosofia che ne capisce?





