I Figli delle Chiancarelle festeggiano il terzo anniversario e quale miglior modo per farlo se non presentando un dossier di tutte le opere incompiute di Salerno? E’ stato presentato ieri al bar Verdi infatti il “Promessometro 2015”, un fascicolo contenente tutte le opere e i progetti che ancora oggi sono protagonisti nelle parole dell’amministrazione comunale ma non nei fatti. “Stamm ancor aspettann” è lo slogan dell’affiatato gruppo nato tre anni fa, al centro dell’opposizione e delle battaglie contro il primo cittadino Vincenzo De Luca, reo di aver fatto solo promesse mai mantenute. “Ci sono stati tanti cambiamenti dalla nascita del gruppo, nei media, nei giornali, nel trattare i temi. Un piccolo tassello è stato messo dalle Chiancarelle. Quello che noi vogliamo è diffondere al maggior numero di persone nozioni che ai più possono sembrare difficili, renderle fruibili a tutti. Siamo fieri di aver maturato un pensiero critico, del percorso fatto fino ad ora, non vogliamo cambiare il mondo, siamo solo un gruppo di amici” dichiarano all’unanimità, passando poi in rassegna a tutto quello che è rimasto a metà o addirittura mai cominciato nella nostra città. La stazione marittima, Piazza della Libertà, il Crescent, la metropolitana, la cittadella giudiziaria (inaugurata più volte, in ogni sfaccettatura e in ogni angolo), la Lungoirno, la Vela, il litorale cittadino (difesa e ripascimento), il palazzetto dello sport, il Solarium di piazza della Concordia (ribattezzato “sòla solarium”) e il Lungomare di Salerno. Tutto a metà o inesistente. Tutto presente nell’immaginario dei più, ma in realtà? E’ ancora tutto work in progress. In realtà il marinaio De Luca “se non avesse sprecato tutti questi soldi e avesse investito in maniera diversa saremmo a quest’ora una città diversa, con servizi adeguati per i cittadini, senza sprechi” continuano, soffermandosi poi al caso Crescent e invitando il soprintendente Miccio a fare una passeggiata sul Lungomare e a guardare davvero oltre. “Siamo stati definiti pinguini, sfessati, portaseccia, mettimale, scampaforche, suonatori di violino, mangiatori di pullanghelle e lupini, miliardari e nullafacenti, sfaccendati digitali, nemici di Salerno, vittime di un concetto della democrazia abbastanza particolare, infatti noi la chiamiamo la “Delucrazia” perché sembra non ci sia diritto di parola”. Infine, hanno sottolineato quanto il mondo dell’informazione sia cambiato “se non ci fossero stati alcuno dietro un computer a contraddire ciò che veniva detto dal sindaco, Salerno forse sarebbe stata un po’ diversa, non ce l’abbiamo con De Luca, condanniamo gli atteggiamenti e vediamo le cose dal punto di vista del cittadino, denunciandole”. Le sentinelle delle dichiarazioni del primo cittadino insomma non si arrendono e continuano satiricamente a portare a galla la verità per e con quella parte di cittadini che non crede più alle bugie e alle promesse non mantenute. Brigida Vicinanza
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