Una giornata che resterà per sempre impressa nella memoria degli sportivi salernitani e degli amanti del pugilato. Ieri pomeriggio, nella storica cornice del “Vestuti”, grande festa per i novant’anni del maestro don Mario Santucci, organizzato da Enzo Limatola e tutti i suoi innumerevoli allievi. Una grande kermesse utile anche a rivivere in un momento non facile per lo sport italiano e provinciale, i fasti di un tempo in cui la boxe la faceva da padrona con storie e personaggi di assoluto spessore. Dagli anni ’50 in cui Giorgio Pappalardo e Ciro Cipriani dettavano legge sul territorio allo sviluppo di una vera e propria scuola salernitana, sempre grazie al supporto del tecnico Santucci, basata sull’attività di giovani molto preparati quali Michele Damato, Ciro Seta, Luigi Di Lauro, Luigi Gaudiano, primo pugile salernitano a partecipare alle Olimpiadi di Seul nel 1988, Davide De Gregorio, Alfonso Del Forno, Vincenzo Casella e lo stesso Vincenzo Limatola. A fare da padrone di casa il maestro Vincenzo Casella, erede tecnico a partire dal 1986 di Santucci: “Non è un bel momento per questo sport e per noi in particolare. Basti pensare che nella nostra struttura prima avevamo ampia possibilità di gestione, ora, invece, dobbiamo fare i conti con altre società ed altre attività sportive. Il kick boxing, le arti marziali richiedono meno impegno e raccolgono più materiale umano. In ogni caso noi non demordiamo mai, nell’ultimo biennio abbiamo avuto oltre 150 atleti con 15-16 destinati alle competizioni agonistiche con ottimi risultati. Il problema dell’impiantistica ci costringe a vedere emigrare i nostri talenti, un esempio su tutti quello di Samuele Esposito, campione europeo. Anche alcuni suoi conterranei di Sarno fanno fatica a raggiungerci per ovvi problemi logistici. Stesso dicasi a livello femminile dove tutti si spostano a Pontecagnano per Marzia Davide, una ragazza straordinaria che è nata e si è sviluppata atleticamente con noi e con cui ancora oggi abbiamo un ottimo rapporto. Il futuro ? Per me sono poche le vie d’uscita, in Campania anche a Napoli si sta perdendo smalto, resta viva solo Marcianisce grazie a figure quali Clemente Russo, agli olimpionici e al supporto delle forze di polizia dai cui sono estratti gli sportivi. Ormai sono 50 anni che faccio questo mestiere, la passione non manca e speriamo in una nuova vita”.
Davide Maddaluno