Nell’udienza conclusiva del 9 dicembre, il Tribunale di Verona, I sezione penale, ha pronunciato il dispositivo della sentenza di assoluzione per Roberto Onesti e per gli immobiliaristi Marco Cozzio e Peter Paul Pohl, nonché per tutti gli altri imputati accusati di bancarotta nel processo relativo al fallimento della Soglia Hotel Group srl di Verona.
Le vicende che hanno visto imputati Roberto Onesti e gli altri erano risalenti al settembre del 2008. Le indagini erano sfociate, nel giugno del 2017, in una serie di provvedimenti interdittivi a carico degli indagati, poi oggi assolti.
L’operazione finita sotto l’attenzione della PM Federica Ormanni e, quindi, del Tribunale, riguardava la cessione degli immobili rilevati da Soglia Hotel dalla CIT in Amministrazione Straordinaria. Si trattava di sette villaggi turistici ubicati in località di mare (Santa Sabina in Puglia, Scanzano Ionico in Basilicata e Calatabiano in Sicilia) e montagna (Marilleva in Trentino e Cesana Torinese in Piemonte) appartenuti alla Compagnia Italiana Turismo, la società di Stato istituita con regio decreto nel febbraio 1927, in pieno regime fascista, con soci fondatori Ferrovie dello Stato, Banco di Sicilia, Banco di Napoli ed ENIT, con lo scopo di promuovere l’Italia come destinazione di turismo internazionale.
La oggettiva complessità dell’operazione, avvenuta con cessione di partecipazioni societarie e un contratto collaterale di opzione put e call, nonchè gli importanti valori in gioco (oltre 65 milioni di euro) avevano fatto sospettare irregolarità nella sua costruzione fino ad ipotizzare, addirittura, un “fallimento pilotato” o “fallimento intelligente” come lo aveva definito la stampa nel 2017.
Gli avvocati della difesa, Claudio Avesani per Roberto Onesti e Carlo Bertacchi per Cozzio e Pohl, hanno saputo egregiamente illustrare ai giudici la vicenda, dimostrando la assoluta liceità della cessione.
Semplicemente mostrando al Tribunale e rileggendo con attenzione la documentazione relativa a tale cessione (documentazione oltretutto messa a disposizione del curatore del fallimento e, quindi, degli inquirenti, dallo stesso Roberto Onesti) la difesa ha dimostrato come la cessione degli immobili, che sembrava avvenuta ad un prezzo irrisorio rispetto al loro reale valore (si parlava di euro 3.549.000 a fronte di un valore di acquisto di 30.000.000 di euro) fosse, invece, avvenuta ad un prezzo adeguato.
Infatti, ciò che era stato ceduto erano le azioni della SpA che deteneva gli immobili (denominata Sistema Vacanze spa) e non direttamente gli immobili. Tali azioni, vendute per euro 3.549.000, erano gravate da debiti per oltre 36 milioni di euro nonchè da impegni nei confronti della Procedura di Amministrazione Straordinaria CIT e dei lavoratori dipendenti, che avevano portato, successivamente, ad altri ulteriori esborsi per oltre 6 milioni di euro. Emerse tali circostanze, è stato dimostrato che l’operazione, addirittura, ha permesso alla società di liberarsi di una serie di passività che, invece, nel caso non fosse stata eseguita, avrebbero gravato sul suo passivo. Addirittura, con il senno di poi, gli immobili che sembravano avere un enorme valore, se fossero rimasti in pancia alla Soglia Hotel Group srl, con le quotazioni attuali del mercato immobiliare, avrebbero avuto un valore di gran lunga inferiore al loro prezzo di acquisto.
Il percorso processuale ha, alla fine, dato atto della correttezza di quanto avvenuto con l’assoluzione completa per tutti gli imputati ed il dissequestro dei sette importanti villaggi turistici.