di Viviana De Vita
C’è una indagine anche sulla variante al Puc di Salerno, nell’ambito dell’inchiesta sul crac Amato. Riguarda il cambio di destinazione d’uso dell’ex pastificio: ovvero la trasformazione dell’area da industriale a residenziale. Un elemento emerso durante l’udienza di ieri mattina, sollevato dagli avvocati nel corso del controesame da parte del collegio difensivo di due militari del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza che, con il colonnello Antonio Mancazzo, hanno eseguito le indagini. Al centro, dunque, la variante urbanistica che secondo l’impianto accusatorio sarebbe collegato al successivo ed immediato finanziamento ricevuto dagli Amato. Seppur, da quanto è emerso, la procedura bancaria eseguita per l’erogazione del finanziamento da parte del Monte dei Paschi sembra sia stata regolare e a fronte di ciò Amato ha dato garanzie personali ipotecando i propri beni immobili. I due finanzieri hanno risposto alle domande dei legali (nel collegio, tra gli altri, gli avvocati Massimo Torre e Paolo Toscano) scalfendo in parte con le loro dichiarazioni l’impianto accusatorio e ridimensionando in parte le accuse contestate all’ex deputato Paolo Del Mese. Un passo dell’esame ha infatti riguardato le presunte somme che sarebbero state intascate dall’onorevole, vero protagonista dell’inchiesta sul crac. Non vi sarebbe traccia dei soldi che, secondo l’accusa sarebbero arrivati all’ex parlamentare tramite la Cmd di Antonio Anastasio; ma c’è di più: dalla documentazione emergerebbe solo la somma di 630mila euro che Del Mese avrebbe ottenuto da Amato a titolo di prestito personale. Nessun riscontro documentale, quindi, al danaro attribuito all’ex parlamentare attraverso la lettura el mastrino contabile. Di tutti gli elementi contenuti nell’informativa poco o nulla sarebbe confluito nell’ordinanza di custodia cautelare e, quindi, nel processo. Del Mese era stato presentato come un personaggio potente che aveva grande influenza sulle banche: un “corollario” hanno spiegato ieri in aula i finanzieri servito esclusivamente da preambolo alla presentazione del personaggio. Oggetto del controesame anche la posizione del presidente dell’ordine dei commercialisti Claudio Siciliotti. L’imputato non avrebbe fatto altro che caldeggiare un’operazione lecita come affermato in aula nel corso della scorsa udienza dal consulente Nigro. L’udienza è stata poi rinviata al prossimo 23 ottobre. In quella sede potrebbe essere ascoltato nuovamente Paolo Del Mese che, ieri, ha evidenziato la volontà di rendere nuovamente delle dichiarazioni spontanee.