di Pina Ferro
Occultamento di documenti contabili e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Nei guai Antonio De Filippo, legale rappresentante e Gianmarco Carusone, socio totalitario dell’azienda “Amor di Casa srl” con sede legale a Nocera Inferiore, operante nel settore della distribuzione di generi alimentari e prodotti per la casa. A carico dei due indagati sono state applicate misure coesrcitive tra cui l’obbligo di dimora nel comune di Nocera Superiore dsove risiedono Ieri mattina, al noto imprenditore, sono state sequestrate quote societarie e rapporti bancari per un ammontare complessivo di 3.452.103,25 euro. Il decreto di sequestro è stato eseguito dagli uomini delle Fiamme gialle di Saleerno su disposizione del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Nocera Inferiore, Giovanni Pipola il quale ha accolto la richiesta presentata dal magistrato titolare del fasicolo investigativo, Angelo Rubano. A seguito dell’attività investigativa portata avanti dalla sezione di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza presso la Procura della Repubblica e dalla Compagnia Guardia di Finanza di Nocera Inferiore, è stata accertata la commissione di reati tributari da parte del noto imprenditore dell’agro nocerino-sarnese operante nel settore della distribuzione di generi alimentari e prodotti per la casa, il quale si avvaleva in tale illecita attività dell’apporto di un prestanome. L’attività d’indagine ha preso il via dal dissesto e conseguente dichiarazione di fallimento della società – poi revocato dalla Corte di Appello di Salerno a seguito d’impugnazione —situazione nell’ambito della quale si era registrato un fittizio trasferimento di disponibilità all’estero, con cessione delle quote societarie ad un soggetto di nazionalità ucraina, trasferimento la cui fittizietà non veniva tuttavia ritenuta adeguatamente dimostrata a giudizio della Corte d’Appello di Salerno che pertanto ne aveva revocato il fallimento in precedenza dichiarato dal Tribunale di Nocera Inferiore. Tuttavia, pur essendo venuti meno i reati fallimentari a cagione della predetta decisione, la complessa situazione aveva catturato l’ attenzione degli inquirentifacendo emergere la perpetrazione di altri reati di natura fiscale. Infatti, nel corso delle indagini è emerso che Gianmarco Carusone e Antonio De Filippo, il primo in qualità di socio unico ed amministratore di fatto ed il secondo in qualità di amministratore di diritto della società, al fine di sottrarsi al pagamento delle imposte, avevano effettuato attraverso società direttamente ed indirettamente riconducibili a Gianmarco Carusone, uno svuotamento della consistenza patrimoniale dell’impresa nel frattempo dichiarata fallita, attraverso il trasferimento di beni aziendali riferiti ai molteplici punti vendita (supermercati). Glí elementi raccolti durante le indagini hanno comprovato la mancata esibizione delle scritture fiscali della società facendo perfezionare, oltre alla sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, il reato di occultamento/distruzione di documenti contabili. Inoltre, gli uomini della polizia giudiziaria delle Fiamme gialle hanno anche accertato che Gianmarco Carusone è attualmente amministratore di un’altra società – già titolare di un’ingente esposizione nei confronti dell’Erario – il cui punto vendita è gestito da un soggetto noto alle forze dell’ordine per associazione di stampo mafioso ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. Sulla base delle risultanze investigative, il sostituto procuratore Angelo Rubano ha pertanto richiesto ed ottenuto l’emissione dell’ordinanza cautelare eseguita, con la quale sono state applicate nei confronti degli indagati misure coercitive (obbligo di dimora nel comune di residenza) ed interdittive (divieto di esercitare imprese commerciali e di ricoprire cariche sociali per 8 mesi) ed è stato disposto il sequestro, sia in forma diretta che per equivalente, della somma complessiva di 3.452.103,25 euro.