Compiti copiati alla prova scritta per l’esame di stato di avvocato, scatta l’inchiesta. Sotto la lente di ingrandimento gli elaborati redatti dal figlio di un magistrato di Nocera Inferiore, di quelli di alcuni avvocati e di altri professionisti salernitani, e un sottufficiale dell’Arma dei carabinieri in servizio ancora a Nocera Inferiore. Una sessantina i compiti che la procura di Salerno ha inviato nei giorni scorsi alla procura di Nocera Inferiore competente per Fisciano, dove ha sede l’Università di Salerno e dove si sono svolti gli esami scritti per superare l’abilitazione all’esercizio della professione forense ed essere iscritto all’ordine degli avvocati.
Da un primo esame, questa sessantina di compiti sembrano copiati da un’unica fonte al massimo un paio. Si presume che sia stato possibile, durante la prova scritta, consultare un telefono cellulare dal quale scaricare un elaborato a tema della prova da sostenere e quindi copiarla, in alcuni casi addirittura integralmente, sul proprio compito poi presentato come elaborato genuino. E di genuino è probabile che quei compiti avevano solo le impronte digitali impresse sul foglio dell’elaborato scritto da parte dell’esaminando, visto che in toto o in gran parte, il contenuto non era farina del loro sacco ma quello di altrui ingegno.
C’è di mezzo, però, una difficoltà ad operare per la procura nocerina visto il coinvolgimento del figlio di un magistrato in servizio presso il tribunale della capitale dell’Agro nocerino e di un sottufficiale dei carabinieri che voleva conseguire l’abilitazione ad esercitare la professione di avvocato.
La vicenda è particolarmente complessa. Non si sa la procura di Nocera a quale magistrato vorrà affidare tutte le pratiche scottanti e che coinvolgono tanti volti noti. Probabilmente sarà necessario anche uno stretto contatto con la polizia giudiziaria per meglio operare e per ascoltare tutti gli indagati.
Ad ottobre scorso, il Gip del Tribunale di Salerno, Stefano Berni Canani, aveva respinto una richiesta di archiviazione per 13 altri casi di elaborati copiati dai siti internet, tra i quali figura quello di un tenente colonnello della guardia di finanza.
Sul copiare, la Cassazione, sezione VI penale, con la sentenza n. 32368 del 2010, come ricorda Il Sole 24ore: «Commette reato il soggetto che copia durante le prove di un concorso o di esame pubblico. A integrarlo – a prescindere dalla fonte (privata, scientifica o giurisprudenziale) dalla quale si attinga – è la circostanza di aver presentato, come frutto di una personale elaborazione, temi o dissertazioni non proprie. E non varrà a escludere la responsabilità penale l’aver citato la fonte presa a riferimento».
Nelle scorse settimane, in Puglia un analogo caso, con 103 elaborati copiati da elaborati via email o whatsapp. In questo caso, è stato emesso un decreto penale di condanna a 11.250 euro che si sono opposti (alcuni hanno chiesto la messa alla prova per sei mesi, altri andranno a processo ordinario).