Ci ha lasciato nella giornata di ieri, l’ideatore di Jazz In Parco, sostenitore della riapertura del Teatro Diana, comunicatore del Comune di Nocera Inferiore.
Di Olga Chieffi
Ci ha lasciati attoniti il messaggio della vocalist Ondina Sannino, ieri mattina, che annunciava la scomparsa di Elia Pirollo, l’ideatore insieme a lei, di Jazz in Parco, nel cortile di Palazzo Fienga, a Nocera Inferiore. Era il 1998 e in quello spazio, dal quale d’estate si levavano infinite voci, sino alla ripresa, dopo una lunga pausa, la scorsa estate, sono passati i nomi più prestigiosi del gotha del jazz internazionale. Lì, tra quelle pietre vi abbiamo intravisto la forma dell’ atanor, in cui il vecchio e il nuovo, il chiaro e l’oscuro, l’iniziatico e il razionale si sono sfiorati, si sono intesi, comunicando per mezzo dei suoni qualcosa che non si poteva dire altrimenti, creando, forse, un nuovo linguaggio, una “quinta sonora”, un mero rumore di fondo, trovando la giusta strada per ottenere quella integrazione dialettica tra le diverse arti che ad un certo punto del percorso sono entrate a far parte dell’evento, pittura, fotografia, ars culinaria, un encuentro. Motore di tutto questo Elia Pirollo e la sua associazione Noceracconta, i nomi che si sono alternati su quel palco, d’eccezione da Noa ai Manhattan Transfer, da Richard Galliano a l’Art Ensemble of Chicago. L’incursione a Pompei al Teatro Di Costanzo dell’Istituto Bartolo Longo per la tre giorni in All in Jazz del Tour Alfa Soul, nel 2004 con Enrico Pieranunzi, Roy Hargrove, Gianluigi Trovesi e Gianni Coscia, e ancora il Dave Douglas Quintet, composto da Uri Caine al fender Rhodes piano, Seamus Blake al sax, James Genus al basso e Clarence Penn alla batteria. Non solo jazz per Elia Pirollo, ma la lotta per riaprire il teatro Diana e donare alla città una stagione teatrale “Senza di lui e il suo straordinario spirito di sopportazione – scrive il sindaco Torquato – nei confronti dei miei assilli della mia insopportabile mania di precisione delle mie sfuriate delle mie battute ma anche delle mie pacche sulle spalle, ma ancora prima in tutti questi 30anni, senza di lui Nocera le stagioni teatrali con Servillo e Michele Placido Jazz in parco e la mattinata al Diana”. “Con Elia abitavamo nello stesso parco – racconta il tenore Achille Del Giudice – fino a dieci anni fa. Conosco bene i suoi figli Alessandro e Chiara e sua moglie Anna ai quali mi unisco in un forte abbraccio in questo luttuoso momento. Ricordo un uomo estremamente riservato e di poche parole e di grandissima tenacia e impegno. Grande organizzatore di concerti jazz, è stato uno dei sostenitori nel ripristino del Teatro Comunale “Diana” di Nocera Inferiore, rimasto chiuso dal 1980 per inagibilità causata dal terremoto. Ed infatti alla riapertura di questo vanto cittadino, nel 2010, l’allora sindaco Antonio Romano gli diede la gestione e programmazione della stagione di spettacoli e prosa annuali, una mansione svolta fino ad oggi con infinita passione”. In tempi, onnivori, ossessivi, in cui la sopraffazione regna sovrana, una parola, il sorriso di Elia, potevano assolverti e redimere. Sull’affiorare insistente, sottile e nostalgico di emozioni, colori, profumi, vivificati dall’ascolto di una specie di racconto, un filo di storia breve e pur intenso “pieno”, oggi reso disperato, e insostenibile, per la famiglia e tutti gli amici, dall’agire quieto, incessante e inesorabile, delle grandi leggi di natura, capaci di svelare il segreto di quell’anima senza tradirla, gettandovi soltanto un raggio di luce obliqua, scopriamo dentro di noi una nuova, particolare qualità d’animo, un patrimonio di sentimenti e valori ricchissimo, quell’educazione all’amore per l’arte tutta che Elia, col suo esempio, nel suo passaggio terreno è riuscito a trasmetterci. Nel rinnovare commossamente il ricordo della sua figura umanissima, l’intera redazione di Le Cronache del Salernitano si stringe con grande affetto all’inconsolabile madre Consiglia Quatrano, alla moglie Anna Baselice, ai figli Alessandro e Chiara e all’intera famiglia Pirollo.