Brigida Vicinanza
Gli ospedali di Salerno e provincia si preparano ad affrontare i mesi estivi con 400 infermieri e medici in meno. E’ l’allarme lanciato dal segretario generale della Cisl, Pietro Antonacchio. Ma a destare preoccupazione all’interno della sanità salernitana non è soltanto la mancanza di Personale medico e infermieristico, ma specificamente per quanto riguarda il San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona adesso è anche l’accorpamento dei reparti di ematologia e oncologia. Come già riportato su queste colonne infatti a perdere posti letto sarà il reparto oncologico. Posti che al Ruggi a quanto pare scarseggiano, data anche la situazione creatasi in queste ultime ore all’interno del pronto soccorso che sembra collassare. Pazienti che stazionano anche per 2 o 3 giorni all’interno del pronto soccorso senza avere riscontri e addirittura senza trovare collocazione in reparti adeguati alle cure di ogni singolo caso. Ed è proprio questo il campanello d’allarme lanciato da Antonacchio, alla vigilia di una stagione che si prospetta rovente, per la sanità e soprattutto per il Ruggi. Il taglio dei posti letto di oncologia, problematica che sta tenendo banco tra i sindacati e che è arrivata all’attenzione anche del Tribunale del malato, non trova riscontro nelle richieste di incontro con il direttore generale che pare non aver ancora risposto alle preoccupazioni e al caso sollevato già da una settimana. Secondo Antonacchio infatti, già all’interno del reparto di oncologia mancherebbe il Personale medico e infermieristico e con i tagli dei posti letto la situazione potrebbe ulteriormente aggravarsi, soltanto a discapito dei pazienti che vivono già situazioni di disagio. «Mancano 400 infermieri alla sanità salernitana per superare l’emergenza di personale – ha dichiarato Pietro Antonacchio – solo il direttore dell’Asl, Antonio Giordano, ha riscontrato le richieste dei sindacati e ha convocato un confronto per il prossimo 7 giugno. Al “Ruggi”, invece, i sindacati stanno ancora aspettando di sapere come affrontare la emergenza estiva rispetto alla autorizzazione della Regione». Poi il segretario generale Cisl ha concluso «Purtroppo, come volevasi dimostrare, la situazione delle aziende sanitarie è prossima al collasso. Se in tempi di ordinaria attività la stessa veniva garantita in spregio a tutte le norme contrattuali e legislative relative al rispetto dell’orario di lavoro e con utilizzo sproporzionato di libera professione e convenzionamenti esterni, in tempi critici gli stessi strumenti straordinari non possono essere osservati e quindi l’unica vera possibilità è la chiusura ovvero accorpamenti ovvero grave riduzione delle attività. Chi paga tale scempio? Cittadini e lavoratori di Salerno e provincia cioè il territorio che ha dato gli albori politici all’attuale governatore della Regione e Commissario ad Acta del settore sanitario».