Elezioni 2019, quando Alfieri citò Vassallo - Le Cronache Attualità
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di Arturo Calabrese

È ormai cosa nota: i tanti problemi che da qualche mese a questa parte stanno riguardando Franco Alfieri e parte dei suoi sodali sono cominciati, almeno stando alle accuse, nella campagna elettorale del 2019 a Capaccio Paestum.

Il mantra, allora, era “Un sindaco che sa fare il sindaco”, frase poi sostituita con la ben più nota “Cielo sereno non teme tempesta”. È stata una campagna elettorale lunga e complessa, che ha visto arrivare Alfieri in quel della città dei templi dopo l’esperienza decennale alla guida del comune di Agropoli e soprattutto dopo la cocente sconfitta alle elezioni del 2018 alle quali era candidato alla carica di deputato per il Partito Democratico.

Venne malamente battuto dalla coalizione di centrodestra che elesse Marzia Ferraioli. Storia politica e sconfitte a parte, Alfieri era per Capaccio Paestum l’homo novus, colui che avrebbe dovuto raccogliere l’eredità di Franco Palumbo.

 

Tra gli oppositori, allora come oggi, vi era Dario Vassallo, presidente della fondazione che porta il nome del fratello Angelo, il sindaco pescatore trucidato il 5 settembre del 2010. Dal palco di uno dei comizi, circondato da tanti suoi compagni, il sindaco che sapeva fare il sindaco, e qui il tempo passato è d’obbligo soprattutto alla luce dei risultati non proprio edificanti dei conti del comune, ha risposto a quegli interventi.

«Stanno facendo la campagna elettorale – diceva il sindaco che credeva di saper fare il sindaco – servendosi di un fatto molto triste e drammatico. C’è un tale – e qui, da consumato attore, fa finta di non ricordare il nome – Vassallo, fratello del compianto Angelo, che si sta molto impegnando in questa campagna elettorale.

Io non ho mai risposto su questa cosa però ne stanno facendo argomento e leva perché la fondazione chiede di non votare Franco Alfieri – parla di sé in terza persona prima di chiedere ai candidati con lui sul palco il nome di Dario – non lo conosco e premetto che in quella vicenda (l’assassinio, ndr) non c’entro nulla.

Questo signore – ha continuato – questo Dario Vassallo, che non si è mai occupato del Cilento, pensava di poter costruire la sua carriera politica sulla tragedia capitata al fratello. Questo ovviamente non è successo perché poi ci sono state le Regionali del 2025 e non lo hanno candidato e ha fatto l’ira di dio».

A questo punto Alfieri, dimenticando che anche lui non è stato candidato a quelle stesse Regionali nonostante fosse già partita la campagna elettorale con tanto di materiale.

«C’è chi lavora per il territorio ogni giorno – continuava l’intervento – e viene attaccato. Alle politiche, ben 500 amministratori hanno sottoscritto la mia candidatura alla Camera. Sottoscrizioni che nelle urne lo hanno fatto posizionare terzo su tre». Alfieri, all’epoca, parlava di Regionali. Non si deve dimenticare, però, che lui per candidarsi a quella stessa elezione, mise in pratica uno stratagemma.

Si fece multare dai vigili urbani agropolesi, contestò la multa e decadde da sindaco. La cosa destò l’interesse dei media nazionali e in città arrivò anche Striscia la Notizia con tanto di figura non proprio simpatica per il comune. Vicende, queste, che non possono e non devono essere dimenticate

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