Andrea Pellegrino
Il mancato smaltimento delle ecoballe? «E’ la lapide sulla quale è stato già inciso l’epitaffio del fallimento politico, prima ancora che gestionale, di questa Amministrazione Regionale». Giovanni Romano, ex assessore regionale all’ambiente, interviene dopo l’intervista pubblicata su queste colonne di Stefano Caldoro e la replica di Fulvio Bonavitacola. «Pronto al confronto», dice Romano sfidando Bonavitacola ma «prima deve dare spiegazioni ai cittadini».
Stefano Caldoro ha lanciato un duro attacco al governo De Luca sulla gestione del ciclo dei rifiuti. Fulvio Bonavitacola dalla sua, difende il suo operato e chiede un confronto con la passata amministrazione. Lei che è stato assessore regionale all’ambiente, quale è la situazione attuale? Più volte ha già lanciato l’allarme rispetto ad una nuova possibile emergenza rifiuti.
«La situazione attuale è sotto gli occhi dei cittadini della Campania: rifiuti ammassati da mesi nelle strade delle principali Città della Regione, gli Stir intasati da oltre 130.000 tonnellate di rifiuti trattati e non smaltiti, il termovalorizzatore di Acerra che continua a funzionare a singhiozzo perché sovraccaricato di lavoro essendo l’unico impianto di smaltimento della Regione e insufficiente alle esigenze, discariche esaurite, raccolta differenziata praticamente ferma dopo i rilevanti aumenti degli anni 2010-2015, nessun impianto di trattamento della frazione organica realizzato in tre anni e mezzo, un sistema complessivo che sta annegando nei debiti delle società provinciali e dei Comuni a causa di tariffe di smaltimento più alte d’Italia perché mancano gli impianti di smaltimento finale in Regione e si è costretti a pagare cifre enormi per portare i rifiuti in giro per l’Italia e il mondo, una legge regionale inapplicata con i presidenti degli Ato che si dimettono dopo pochi giorni dalla elezione a causa dell’impossibilità di esercitare le funzioni come è accaduto pochi giorni fa con l’Ato di Caserta e di Benevento. Insomma, una catastrofe causata da una Amministrazione Regionale modello “chiacchiere e distintivo”. In tre anni e mezzo abbiamo avuto solo proclami e propaganda cialtronesca. E’ comprensibile la rabbia e la frustrazione dell’Assessore che continua a mentire per tentare di nascondere la realtà: lui e il suo Presidente passeranno alla storia per essere stati capaci di ritornare a produrre balle di rifiuti dopo dieci anni dalla fine dell’emergenza che tanto ha contributo alle loro fortune politiche».
Sarebbe pronto ad un confronto con il suo successore a Palazzo Santa Lucia?
«Senza alcun problema. Penso che il confronto l’attuale Assessore protempore debba averlo prima con i cittadini esasperati dalle bollette sempre più alte e disgustati dalla monnezza lasciata nelle strade. Deve confrontarsi con i Sindaci sempre più abbandonati a sé stessi e angosciati dall’impossibilità di smaltire quotidianamente i rifiuti come avviene in ogni Paese civile. Deve confrontarsi con la incapacità di realizzare le cose promesse e propagandate nonostante la pioggia di milioni ricevuti dal Governo “amico” di centrosinistra che gli Italiani hanno mandato a casa. Deve dare conto del suo operato non in base alle cose programmate e ai finanziamenti sulla carta, ma in base a quelle realmente fatte».
Piano rifiuti ed impianti. A Salerno, in passato si era prospettata la possibile realizzazione di un termovalorizzatore, poi tramontata per questioni politiche. Lei pensa che ci sia ancora la necessità di un termovalorizzatore? Ed a proposito di impianti salernitani, lei ha anche seguito da vicino il sito di compostaggio, che è attualmente chiuso. Secondo lei che tempi si prospettano per la riapertura?
«La vicenda del termovalorizzatore di Salerno è emblematica della doppiezza e della irresponsabilità di questa Amministrazione regionale e della sua classe dirigente. Fu voluto fortemente dall’allora Sindaco di Salerno (attuale Presidente pro-tempore della Regione) che si fece nominare Commissario plenipotenziario per fare tutto da solo. Spese una decina di milioni di euro (forniti dal Governo e quindi dai cittadini) per espropriare i suoli, pagare profumate consulenze e progettare l’impianto. Decise che non si sarebbe dovuto fare più quando le competenze passarono da lui alla Provincia dove il centrodestra aveva vinto le elezioni e addirittura cambiò la destinazione urbanistica dell’area per essere sicuro di bloccare il tutto. Intanto la gara è stata espletata, i suoli sono di proprietà del Governo Italiano, l’impianto ha ancora il beneficio dell ’ i ncentivo Cip e non costerebbe nulla ai cittadini perché realizzabile in finanza di progetto. Ma la cosa più importante è che è stato proprio il Governo “amico” di centro sinistra ad aver accertato, con una legge dello Stato, che l’impianto è necessario per rendere autosufficiente la Campania e per evitare lo scempio di un’altra linea di smaltimento ad Acerra che, giustamente, si oppone all’idea di dover diventare l’unica pattumiera dell’intera Regione. Si può obiettare: ma noi abbiamo deciso con il Piano Regionale di non realizzare più termovalorizzatore. E allora abbiate il coraggio di dire la verità e di non illudere e prendere in giro i cittadini. L’alternativa sono le discariche perché gli impianti di compostaggio (propagandati come risolutivi e non realizzati) servono per trattare i rifiuti organici e non risolvono definitivamente il problema. Servono le discariche per quel 20/30 per cento di rifiuti non riciclabili. Quando ci direte dove intendete realizzare le discariche? Sulla vicenda tragicomica dell’impianto di compostaggio Salerno la sintesi efficace l’ha fatta Stefano Caldoro ieri: è costato 30 milioni di danaro pubblico, non ha mai funzionato, la sua realizzazione e la sua gestione è stata viziata da innumerevoli e gravi irregolarità sanzionate duramente dall’Autorità Anticorruzione ed è attualmente miseramente fermo. Ma il presidente pro tempore della Regione continua a spacciarlo in giro, soprattutto tra le Comunità che si oppongono alla realizzazione di impianti di compostaggio temendo che non funzionino, come “modello” da imitare e come esempio di rara efficacia perché “non produce odori”: per forza, è fermo».
Il governo Renzi ha finanziato il piano di smaltimento di tutte le ecoballe in Regione Campania ma da qualche tempo pare che se ne producano ulteriori. Uno smaltimento, dunque, che non avrà mai fine?
«La vicenda dello smaltimento dei rifiuti imballati è la lapide sulla quale è stato già inciso l’epitaffio del fallimento politico, prima ancora che gestionale, di questa Amministrazione Regionale. Tutti ricordiamo quando l’allora Presidente del Consiglio Renzi venne a Giugliano accompagnato dall’attuale Presidente pro tempore che lo ringraziava ad ogni piè sospinto per i 450 milioni di euro ricevuti in regalo. Allora fu solennemente comunicato, con il solito stile sobrio delle smargiassate cui siamo abituati, che a febbraio 2018 le balle sarebbero state solo un ricordo. Attualmente, dopo oltre due anni, e nonostante i soldi, le consulenze, gli studi e i progetti (tutti pagati!), sono state smaltite circa balle per circa 200.000 tonnellate pari a circa il 3 per cento del totale. E non sono stati toccati i siti che più di altri avevano urgenza di essere svuotati come, ad esempio, quello allestito all’interno dell’area militare di Persano nella nostra Provincia. Se questi sono i risultati dopo oltre due anni, quando finirà lo smaltimento? Lasciamo ai cittadini il triste compito di fare due conti».