Ecco perchè il Comune di Salerno è in forte difficoltà - Le Cronache Ultimora
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Ecco perchè il Comune di Salerno è in forte difficoltà

Ecco perchè il Comune di Salerno è in forte  difficoltà

Lunedì scorso abbiamo parlato dei Residui Attivi elencando quelli presenti in Bilancio a tutto il 2017, anno ultimo per la prescrizione. Adesso vogliamo parlare di quelli dal 2018 a fine 2023 che, ovviamente sono la parte più corposa e anche la più rilevante ai fini delle azioni di recupero. Continuiamo l’intervista a Alfonso Malangone per chiarirne il contenuto. Quali voci sono presenti nei Residui a partire dal 2018? «Il dettaglio dei Residui Attivi, dal 2018 al 2023, è riportato nel prospetto che Le consegno. La somma è pari a € 339,2milioni, di cui € 148,2 relativi a Mutui e Contributi in prevalenza concessi dalla Regione. Come è stato detto l’altra volta, i Mutui sono generalmente erogati a fronte dei lavori da fare, in quanto assunti proprio per questa finalità. Tra essi, partendo dal 2018 c’è quello destinato alla ‘riqualificazione delle periferie’ per € 8.237.030,93 e, poi, sempre nel 2018, ci sono le concessioni per acquisto alberi, € 38.539,61 (ma, si può fare un mutuo per questo?), per lavori al PalaSilvestri, € 13.301,33, per la pista di atletica del Vestuti, € 24.281,37, al quale si aggiunge nel 2023 un altro intervento deliberato da Arus, l’Agenzia Regionale per le Universiadi, € 33.447,14. Nel 2019, c’è un mutuo per la Lungoirno di € 1.000.000 e un altro per Piazza della Libertà di € 5.804.462,94. Poi, negli anni 2021-2022, ci sono le operazioni per la ristrutturazione dell’Arechi, € 1.501.606,82. Tutti gli altri, più recenti, dovrebbero essere in attivazione. I Contribuiti, invece, sono relativi a manifestazioni e prestazioni rese dall’Ente e ancora scoperte. Tra queste, c’è innanzitutto il Premio Charlot. Di recente, il Direttore Artistico ha espresso i suoi timori sulla possibile perdita del sostegno finanziario a causa del contrasto insorto tra Regione e Governo sui Fondi Sviluppo e Coesione. Purtroppo, nei Residui del Comune sono presenti Contributi non erogati, fin dal 2018, per ben € 1.200.000. Poi, c’è la Scabec, Agenzia per la Cultura, che deve corrispondere i fondi promessi per l’Universiade del 2019, € 50.553,29, per Slidedoor del 2021, € 85.400, e per Poliphonia del 2022, € 30.520. In totale, sono € 175.473,29. Per il Teatro Verdi, la situazione è più articolata. La Regione deve ancora € 4.685.000 dal 2022. mentre lo Stato deve € 127.837,51 dal 2023. Per Luci d’Artista mancano € 1.901.988,40 per gli anni 2022 e 2023. Per il Convegno Marinai del 2019 è scoperto l’importo di € 100.000. Inutile proseguire. Chi ha interesse può scorrere l’elenco nel quale le descrizioni sono state di gran lunga semplificate e private dei riferimenti specifici e di quelli contabili. In ogni caso, le voci più consistenti sono quelle per le attività sociali. Poiché non tutte le causali sono chiare, debbo fare salvo ogni errore di ricostruzione. Però, sia pure con approssimazione, questi crediti possono essere quantificati in almeno € 33milioni. Sono tutti importi anticipati dai cittadini. Laddove fossero incassati, si modificherebbe sensibilmente la situazione finanziaria del Bilancio. Inoltre, sono somme recuperabili al 100%, neppure coperte dal Fondo di accantonamento perché dovute da Enti per i quali è esclusa l’inosservanza degli impegni assunti. E, quindi: “quali ostacoli ne impediscono la riscossione fin dal 2018”? Passiamo, infine, alle Entrate prodotte dall’attività propria dell’Ente, tributaria ed extratributaria. Una volta raggruppate le tante voci, si rilevano: Tari per € 72,3milioni, Multe e Sanzioni Amministrative per € 24,1milioni; Fitti-Canoni-Rette-Proventi vari per € 7,0milioni; Pubblicità-Tosap per € 1,1milioni: ICI-IMU per € 42,7milioni; Canone Patrimoniale per € 0,03milioni; Imposta di Soggiorno per € 0,3milioni; Irpef per € 6,3milioni: Partite Varie per € 37,1milioni. Una particolarità: tra le Entrate di varia natura, ci sono il mancato incasso di un residuo dalla vendita di beni, € 2.041.330,60, e il credito per gli utili dovuti dalle Società Partecipate per ben € 8.500.000, a partire dal 2020. Almeno questi, si dovrebbero recuperare. In definitiva, il totale dei crediti diretti da incassare è pari a € 190.980.643,07. Una vera esagerazione. A questo punto, si possono tirare le somme. Tutti i Residui Attivi, dall’origine a fine 2023, sono pari a € 468,8milioni, di cui € 189,4 per Mutui e Contributi. Non è facile distinguerli, poiché le descrizioni non sono chiare, però si può dire con buona approssimazione che i primi sono pari a € 125,2milioni e i secondi a € 64,2. Come detto, su entrambi non ci sono accantonamenti. Poi, ci sono le altre voci per € 279,4milioni assistite dal Fondo per € 199,9, come riportato nella Relazione al Bilancio 2023. Questo significa che dai Residui ‘diretti’ si potrebbero incassare € 79,5milioni, cioè € 279,4-199,9. Aggiungendo i Contributi per € 64,2milioni, si può arrivare ad un incasso totale, potenziale, di € 143,7milioni. Con questa somma si dovrebbero innanzitutto fronteggiare le spese correnti rimaste in sospeso e documentate dai Residui Passivi a fine 2023. Gli investimenti, come detto, sono coperti dai Mutui. Ma: “quante sono queste spese”? Qui, la risposta è difficile perché sono elencate in ben 574 pagine zeppe di numeri. Una selezione, abbastanza accurata, ha consentito di arrivare ad un importo di € 98,5milioni, salvo ogni errore. Ora, facendo una semplice sottrazione, si può quantificare ‘la liquidità’ residua, e disponibile, in € 45,2milioni, cioè € 143,7-98,5. Questa somma potrebbe essere portata in diminuzione del Disavanzo che, a fine 2023, è stato quantificato in € 152,4milioni. Domanda: “cosa ci facciamo con gli spiccioli”? Se fosse anche più elevata, per qualche possibile errore, non sarebbe più di qualche altro spicciolo. Quindi, non possiamo stare tranquilli? Come si può ben capire, la situazione non è facile e il timore di dover sopportare ulteriori imposizioni non è campato in aria. Né quello di assistere alla vendita di tutti i beni pubblici, anche quelli che testimoniano la cultura e la civiltà della Città dei secoli scorsi. Possono stare tranquilli solo coloro che attribuiscono al Fondo Crediti Dubbi un contenuto finanziario e gli assegnano poteri taumaturgici, più di quelli del Divino Otelma o di Mago Zurlì. E’ una tesi strampalata che rischia di foderare molti occhi e di creare futuro scompiglio. La verità è una sola: all’Ente servono gli incassi, non le scritture contabili, per avere gli equilibri giusti e risanare il Disavanzo. Ovviamente, per le ricostruzioni effettuate, si fa salvo ogni errore. Quali possono essere i rimedi? «Riorganizzare la struttura amministrativa, investire su ciò che ci possiamo permettere, realizzare opere che possano offrire anche un ritorno economico, non solo di immagine, sostenere le attività in grado di rivalutare identità e vocazione per accrescere la forza attrattiva. Per quest’ultima finalità, il recupero della nostra storia è fondamentale, magari assegnandone la gestione ad una Partecipata per la Cultura e la Vita. Tante altre cose si possono fare, ma non è certo il caso di parlarne qui. Però, una cosa è fondamentale: cambiare le logiche di indirizzo, almeno quelle che ci sono. E, anche un’altra: parlare chiaro e ascoltare le verità dette dai numeri. Non possono essere solo le modeste riflessioni di un cittadino qualsiasi a richiamarle. Anche perché c’è chi non è contento di questo. er.no

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