Soglia, il ricordo di Virno Lamberti - Le Cronache Salernitana
Salernitana

Soglia, il ricordo di Virno Lamberti

Soglia, il ricordo di Virno Lamberti
Enzo Sica

E’ stato vice presidente della Salernitana quando il presidente era Peppino Soglia. Lo abbiamo rivisto con i fratelli Soglia, quando c’è stata la presentazione del primo memorial dedicato al grande presidente scomparso con grande affetto e lui, Claudio Virno Lamberti, 79 anni, a tanti anni di distanza, si ricorda sempre di quella grande e bella esperienza che gli fece vivere sia per lui, così come per Soglia, quella avventura eccezionale. <Abbiamo gestito con amore, con il cuore, se si può usare questo termine la Salernitana se non sbaglio dal 1985 al 1990 scrivendo pagine eccezionali della nostra amata squadra granata>.
Il suo è un ricordo nitido, ricco di aneddoti che si affollano nella sua mente anche a distanza di anni e che sintetizzano, in parte, quella che era la Salernitana come società un quarto di secolo fa. Attacca subito Virno Lamberti: Diciamo che io e Peppino avevamo un rapporto sincero, stretto anche perchè eravamo entrambi costruttori. Quando siamo stati nella società granata abbiamo cercato solo ed esclusivamente di fare il bene della squadra di calcio della nostra città. D’altro canto lui era un presidente -tifoso e quando decise di diventare presidente della Salernitana non ci pensò su due volte a dire subito la prendo ai componenti della Fisa >
In che senso, dottor Lamberti?
<Facevamo parte, come lei sa, della Fisa, che gestiva le sorti, in quel periodo, della società granata. Non si riusciva a trovare un presidente per portarla avanti anche se c’erano tanti professionisti e anche tifosi. Peppino Soglia fu il primo a dire, nell’assemblea,: la prendo io e considerando che alle spalle c’era, come le dicevo, quella nostra e bella amicizia mi volle al suo fianco come vice presidente>
Furono anni abbastanza difficili, in serie C, fino alla grande promozione in serie B nel 1990 dopo ben 23 anni di assenza dalla cadetteria?
<Certo posso dire che non fu un percorso facile ma quando c’era quel presidente-tifoso come Peppino, con il nostro rapporto molto stretto che c’era, nel quale erano coinvolte anche le  nostre famiglie ed i nostri figli tutto posso dire è stato più facile>
Anche perchè prima di arrivare in serie B ci avevate provato in tutti i modi anche qualche anno prima?
<Certo perchè abbiamo sempre cercato di allestire una grande squadra nel rispetto di Salerno e dei propri tifosi proprio per raggiungere la serie B. Ricordo l’anno in cui c’era Enrico Fedele come direttore sportivo e in quella squadra giocavano i vari Sciannimanico, Pezzella e altri, calciatori dell’epoca, validi e di categoria ma purtroppo non siamo riusciti ad arrivare al massimo traguardo>
Poi dottor Lamberti ci fu l’esplosione in quel campionato 1989 – 1990 con la promozione in serie B che resta una pietra miliare?
<Esatto, grande promozione ricordo, città imbandierata di granata ovunque, in quei giorni eccezionali per tutti. Avevamo in rosa un grande calciatore come Agostino Di Bartolomei che, non va dimenticato, siamo riusciti a farlo giocare in serie C dopo una lunghissima trattativa che conducemmo con Peppino, a Castellabate dove viveva l’ex grande bandiera della Roma per convincerlo a trasferirsi in maglia granata, della Salernitana>
Ma fu un campionato, quello, con Giancarlo Ansaloni in panchina, non certamente facile?
<I campionati non si vincono mai facilmente. E’ vero, ci furono momenti turbolenti con gare perse in lao modo. Poi alla fine si esultò perchè i risultati arrivarono e la nostra squadra arrivò in serie B con la gioia sfrenata dei nostri eccezionali tifosi in quello stadio Vestuti, nell’ultima partita contro il Taranto. E il nostro stadio fu davvero molto piccolo per poter accogliere la marea di folla che c’era e che si riversò, poi, per la città>
L’anno successivo, però, in serie B la grande delusione con una retrocessione che proprio nessuno si sarebbe aspettato
<Guardi il girone di andata in B iniziò molto bene. Anche perchè d’accordo con Peppino e gli altri componenti la società decidemmo di riconfermare Ansaloni, acquistammo calciatori importanti uno dei quali fu Gasperini (attuale allenatore dell’Atalanta), c’era Manni come direttore sportivo che a quell’epoca era uno dei più bravi e la squadra non era male. Tutt’altro. Insomma speravamo di andare avanti nel campionato cadetto anche perchè il presidente Soglia aveva sempre detto che il suo unico obiettivo prima di morire era quello di portare la sua Salernitana, oltre che in serie A, addirittura a raggiungere le Coppe europee magari come la Coppa dei campioni>
Invece cosa accadde?.
<Tutto naufragò nel girone di ritorno con complicazioni che non ci aspettavamo e gare perse sul filo di lana che non ci fecero retrocedere subito ma ci portarono a disputare quello spareggio contro il Cosenza sul campo neutro di Pescara per la permanenza in B. Ma fummo condannati nei tempi supplementari da un gol di Marulla, con la nostra squadra che avrebbe meritato la rete in molte circostanze, fu sfortunata ed in occasione del gol salvezza dei calabresi era tutta proiettata in avanti alla ricerca del gol-vittoria con il solo Carmine della Pietra che in difesa non riuscì a frenare gli avversari. Tanta delusione da parte di tutti noi che eravamo a Pescara ed io che ero l’unico dirigente presente, potete comprendere, ci rimasi malissimo così come Peppino e gli altri>
La retrocessione in serie C dopo un solo anno di B fu traumatica, dunque, per tutti voi?
<Certamente visto che tutti ci rimanemmo male e nell’assemblea della società fui nominato amministratore unico, carica che ho ricoperto per tre mesi prima che ci fosse il cambio di società con l’arrivo di Casillo>
Ora, a parte quella delusione, si è allontanato anche dallo stadio Arechi visto che non segue più le vicende granata?
<Sono sincero. Il calcio moderno, questo calcio mi convince davvero poco. Non vengo più allo stadio ma seguo attraverso i giornali e la televisione le vicende granata. Vivo la gara come un tifoso qualunque anche se devo dire che io, quando ero ragazzino, ho anche giocato per un certo periodo nella squadra juniores della Salernitana e il mio allenatore è stato Mario Saracino, una grande e bella persona che ha scritto anche lui pagine belle delle squadre giovanili della Salernitana>